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ESCLUSIVA TMW - Endt: "Frainteso su accuse doping: non volevo ferire Juve"

di Marco Conterio
Fonte: dal nostro inviato ad Amsterdam
L'ex dt dell'Ajax intervistato ad Amsterdam da Tuttomercatoweb: "Spero che Ronaldo giochi. Anche se qui tutti si augurano il contrario"
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David Endt ci viene incontro sorridente, con la t-shirt a mezza manica, all'ingresso del De Toekomst. Indica lontano, mentre passano a piedi ragazzi con la tuta dell'Ajax, automobili guidate da ragazzi con la tuta dell'Ajax, con passeggeri con la tuta dell'Ajax. "Qui c'è un mondo intero -spiega in esclusiva per Tuttomercatoweb.com-. Qui i ragazzi studiano, si allenano, studiano, si allenano". E' un gran caldo ad Amsterdam, Primavera dei sensi. Riccioli bianchi, Endt è stato per una vita nel club ajacide, team manager fino al 2013 prima di Edwin Van der Sar.

Recentemente è finito sulle prime delle cronache sportive italiane per parole forti riservate alla Juventus e alla finale del 1996. Accuse neppure troppo velate di doping e allora gli ex bianconeri risposero per le rime, duramente. "Abbiamo voglia di vendetta per quella finale del ’96 la Juve di allora si dimostrò essere forse un po’ dopata, brucia ancora aver perso così", ha detto a Kiss Kiss.

Vuole chiarire subito. Parla un ottimo italiano ma non è madrelingua. "Ogni volta che parli, ci sono delle interpretazioni che cambiano. Io non ho detto 'la Juve era drogata', il mio era un sentimento da tifoso che non ragiona, che reagisce a caldo e senza pensare. Intorno a quella Juventus c'era la sensazione di 'frode' e ridendo ho detto 'sarà una motivazione in più', ma non mi riferivo al doping".

Si spieghi e facciamo chiarezza.
"Non volevo essere cattivo, non volevo ferire la Juventus: hanno preso questa frase seriamente, hanno fatto una grande storia su questo... La cosa che resta è che dopo la finale del '96 abbiamo guardato noi stessi. Non eravamo al massimo, abbiamo giocato male quella finale e ci ha feriti. Non c'erano pensieri alla preparazione della Juventus, ripeto, è stato solo un fraintendimento e mi sono espresso male a riguardo: il peggio è venuto fuori dopo ma non sul doping bensì per Calciopoli, Moggiopoli... E' un argomento che crea confusione e ho voluto chiarire, ripeto: nessuna malizia nè accusa, mi spiace".

L'Ajax è stato sfortunato o fortunato a trovare la Juventus?
"Da un punto di vista tecnico, totale sfortuna: la dirigenza temeva la Juventus, la tifoseria pure. Volevamo evitare lei, soprattutto, forse anche le inglesi però i bianconeri hanno giocato una gara pazzesca con l'Atletico".

Ajax e Juve: due squadre che hanno fatto malissimo alle due di Madrid...
"Pensi sempre a chi puoi superare, a chi può farti più male. Dopo il 73', dopo la finale di Belgrado, non abbiamo più battuto la Juventus ad alto livello. Volevamo evitarla ma ora dobbiamo rovesciare le cose: servirà orgoglio, per affrontare una delle più grandi d'Europa. Vincere sarebbe un'impresa, perdere sì ma solo con onore. Dobbiamo ribaltare la questione: la Juventus per me era il massimo, ma lo dico da amante del calcio italiano, qui però tutti pensavano che sarebbe stato meglio evitarla".

La Juventus di Cristiano Ronaldo, adesso.
"Amo il calcio, i campioni, sarebbe un piacere rivederlo all'Arena. E' eccezionale in ogni senso, non solo tecnicamente ma soprattutto a livello mentale: ha un carattere unico, prova di essere un grande campione così. Ci sono tanti giocatori ma pochi campioni e lui lo è: in ogni gara, in ogni club, dà il massimo. Le sue qualità si intravedevano allo Sporting, poi al Manchester, ma è diventato campione a Madrid e ha portato queste qualità alla Juventus".

Non in uno spogliatoio qualsiasi.
"Non è facile entrare in uno spogliatoio come quello della Juventus: tante personalità, tante grandi figure, è un esempio per tutti, anche sul campo. Segna sempre gol pesanti: i tre con l'Atletico Madrid, certamente col supporto dei compagni, lo dimostrano. Io spero giochi: so che Allegri ci sta pensando, lui vuole giocare ogni gara, ogni minuto. A me piacerebbe vederlo ancora, qui in molti pensano sia meglio che stia fuori. I quarti di finale di Champions sono fatti per i campioni".

A proposito di futuri tali: Frenkie de Jong è addirittura paragonato a Cruyff.
"E' troppo, le caratteristiche sono diverse. Fisicamente è differente: Cruyff era più leggero, scattante, più centravanti a tutto campo. Faceva tanti gol, le differenze sono tante. Non è giusto paragonarli, sono di pianeti diversi. De Jong è un bravo giocatore, non ancora un campione ma sta sviluppando: io l'ho visto tre anni fa, è quasi incredibile vederlo così".

Tanto che l'ha preso il Barcellona.
"Lì avrà altre difficoltà: col suo carattere saprà batterle e superarle ma arriverà in un altro gioco, dovrà avere un'altra mentalità. In Olanda per lui è tutto troppo facile, già adesso, deve fare il passo avanti: è pronto per farlo, anche ora e lo immagino già ora nel Barcellona".

E' lì, nei catalani, che vede Matthijs de Ligt?
"Con le sue qualità lo vedo dovunque. Ha imparato tantissimo negli ultimi due-tre anni, è stato aiutato da un ex Ajax che giocò contro la Juventus nel '73, il grande barbuto, Barry Hulshoff. A mio avviso, tornando al punto, credo sia perfetto per il Barcellona: per il suo gioco, per il gioco dell'Ajax, è simile".

L'alternativa sembra la Juventus.
"Per lui sarebbe una nuova università della difesa. Apprenderebbe tanto ma dovrebbe rinunciare a qualche qualità che mostra nell'Ajax e che mostrerebbe al Barcellona. E' un centrale che sa impostare, che sa creare, come quasi un centrocampista. Qui in Olanda è certamente il comandante della difesa, farlo a quest'età è un'impresa: avrà grande futuro, ha il carattere giusto. E' modesto, ha voglia di imparare, di far meglio, di fare passi avanti".

Ok il futuro, il mercato. Ma mercoledì chi passa?
"L'Ajax ha il 35% di possibilità. Ha bisogno di giocare al top, di una Juventus rilassata e ci aiuterà anche la gara d'andata loro a Madrid. Hanno perso 2-0 creando poco: se capiterà una giornata così per loro, ci saranno possibilità ma noi dovremo dare il massimo, andare più forte del proprio limite. Poi dobbiamo giocare con la nostra qualità migliore: il coraggio".

Quello che all'Ajax non è mai mancato.
"La ricetta è chiara. Dobbiamo essere consapevoli delle nostre qualità, la Juventus non deve impressionarci, i colori bianconeri non devono spaventarci. Dobbiamo rispettarli ma le nostre qualità devono essere in campo, dobbiamo sapere di essere anche noi una squadra importante perché è nei quarti di finale. La Juventus fisicamente, tecnicamente, come esperienza, è più forte. Questo pesa tanto, la fisicità soprattutto ma anche gli anni passati a questi livelli per loro".

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