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De Paola: “Il Napoli deve puntare allo scudetto. Vlahovic e Lautaro? Nessun problema”

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Editoriale con Paolo De Paola, intervistato da Vincenzo Marangio
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Durante l'appuntamento odierno con L’Editoriale sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto Paolo De Paola. Queste le sue parole:

Terza vittoria consecutiva per il Napoli e primato in classifica. La sfida con la Juve sarà la prima prova per la squadra di Conte?
“L’unico rischio per la squadra di Conte è l’instabilità dell’ambiente napoletano. Ora sono tutti euforici e si è già dimenticata Verona, si punta con forza allo scudetto. Il problema è che questa ambizione o entra nella testa di tutti oppure l’instabilità emergerà dopo ogni passo falso. Bisogna dire chiaramente che questo Napoli targato Antonio Conte visto il sontuoso mercato fatto deve puntare allo Scudetto. Non si può nascondere dietro questa ambizione, l’obiettivo deve essere questo e se non lo raggiungesse sarebbe un fallimento. Il Napoli deve togliersi questo alibi, non ti puoi nascondere dopo aver preso Conte e dopo questa campagna acquisti faraonica. È vero che è stato un brutto Napoli con il Parma e a tratti col Cagliari, ma il Napoli sembrava Joe Frazier. Andava sempre all’assalto e questo è il Napoli, questa ondata continua di attacchi e alla fine sfonda. È una marea che monta e ancora si devono inserire McTominay, Neres e Gilmour. C’è ancora tanto da vedere in questo Napoli ed evidentemente non può nascondersi”.

Deludente 0-0 per la Juve a Empoli. Cosa sta mancando a livello offensivo a questa Juventus?
“Bisogna assolutamente raffreddare il fronte pro-Allegri e di questo fronte fanno parte molti giornalisti. A me non è dispiaciuta contro l’Empoli la Juventus, al primo anno di rientro di Allegri alla Juve dopo quattro partite aveva incassato sei gol, la Juve ora ha otto punti incassando zero gol. C’è una differenza abissale, ma se vogliamo andare oltre i numeri anche uno 0-0 può avere interpretazioni diverse. La Juventus è sempre andata per linee verticali, poi è mancato lo sbocco. Koopmeiners e Gonzalez hanno sempre cercato la verticale, se non è riuscita a segnare è dovuta all’Empoli che ha vinto con la Roma e ha una certa solidità, gioca bene a calcio e fa densità. È una delle 3-4 squadre di questo campionato che fa densità come Verona e Genoa, provano ad opprimere l’avversaria in ogni zona di campo e sta portando risultati. Vedo però anche nello 0-0 lo stimolo per cercare il gol in casa Juventus, è un possesso palla mai fine a sé stesso e che cerca sempre l’attacco”.

C’è un problema Vlahovic?
“Non lo vedo ancora un problema, non è ancora preoccupante. Ha segnato due gol in quattro partite, ha bisogno di una spalla che ancora non c’è e che forse arriverà a gennaio. Vedo nel dialogo con Koopmeiners e Gonzalez una capacità di duettare con i compagni, non lo vedo come un problema. La coralità della squadra lo porterà a segnare e a star bene. Al momento è un po’ frenato, ma i rifornimenti ora gli arrivano e se sbaglia, come fatto clamorosamente a Empoli, non sarà un problema”.

Dove finiscono i meriti del Milan e iniziano i demeriti del Venezia?
“Il Milan deve finire questo miniciclo con Liverpool e derby per capire le sue ambizioni finali. Anche la vittoria col Venezia che ha scongiurato la crisi ha solo alimentato il narcisismo di questa squadra, narcisismo che non fa bene al Milan. Specchiarsi per un’ora dopo aver chiuso la partita non aiuta a trovare quella continuità e quella cattiveria che il Milan non ha, specialmente nei suoi interpreti migliori. La società è vicinissima all’allenatore e fa benissimo, adesso ti aspetti che il Milan faccia il Milan contro il Liverpool prima e contro l’Inter poi”.

Cosa lascia il pareggio dell’Inter?
“Ho visto un’Inter normale in questa fase di campionato, non ci si può interrogare ogni volta su una crisi. Ora si parla di Lautaro Martinez e della crisi della fase offensiva. Ci sono delle partite dove è difficile esprimersi al massimo, anche avendo una buona qualità fisica e tecnica ma ci sono degli avversari che ti complicano la partita. Ora ci saranno gli scontri diretti e partite più decisive che farà lievitare l’autostima delle squadre, queste però sono le squadre in lotta per lo scudetto. Manca il Milan e c’è una crisi romana, in attesa della Lazio, per quanto riguarda la Roma”.

Che Roma sta venendo fuori?
“Sulla Roma vale lo stesso discorso del Napoli, sono due ambienti molto difficili esternamente e internamente. Sono degli ambienti in cui passi dalle stelle alle stalle, non si trova una via mediana dove c’è sicurezza. L’avvio incerto pone mille interrogativi, cosa non va in questa Roma e viene messo in discussione l’allenatore. Bisogna capire quanto l’allenatore potrà gestire le critiche e non sbarellare come hanno fatto i suoi predecessori. Anche la trasparenza e la linearità non sono sufficienti in un ambiente come quello romano o napoletano, bisogna essere morbidi e il grande Liedholm non insegnava certe cose per nulla. Serve la battuta sdrammatizzante nei momenti di tensione, De Rossi e Conte avranno la capacità di resistere a questa prassi? Il problema non è la sconfitta o la prestazione opaca, quanto la gestione nervosa dei momenti”.

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