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Corvino: "Pagai Vlahovic uno sproposito quando aveva 17 anni. Italiano un predestinato"

di Lorenzo Di Benedetto
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© foto di Federico De Luca

Ai microfoni di Radio Toscana, Pantaleo Corvino, ex direttore sportivo della Fiorentina, oggi al Lecce, ha parlato del suo passato in viola: “Dopo dieci anni a Firenze, la Fiorentina ormai me la sento addosso. Tra alti e bassi, nel mio piccolo ho stabilito un record a rimanere per ben dieci anni a Firenze come dirigente. Il meglio della mia esperienza l’ho dato nel secondo ciclo, non nel primo: nel primo ciclo ci aiutavano le motivazioni e l’entusiasmo, mentre quando sono tornato l’ambiente era “tossico”, non ci ha facilitato nel nostro lavoro. Nel secondo ciclo abbiamo fatto 60 punti il primo anno e 58 il secondo, a pochi passi da una qualificazione europea con la rosa più giovane del campionato e in completo autofinanziamento. Per non dimenticare i tanti calciatori usciti dal settore giovanile, oltre alla creazione e allo scudetto con la squadra femminile".

Vlahovic è a Firenze grazie a lei.
"Lo pagai una cifra sproporzionata per un giovane di 17 anni, un milione di euro, occupando peraltro un posto da extracomunitario in rosa e questo attirò su di me molte critiche. Ma questo basta per far capire quanto ci ho creduto fin da subito. Se rinnova? Vlahovic è un ragazzo già molto maturo, con alle spalle una famiglia straordinaria che lo ha sempre consigliato bene. Quando lo portai a Firenze, dopo che il ragazzo firmò, sua madre mi disse: “Direttore, ha preso il nuovo Batistuta”. Le risposi: “Va bene anche se sarà il nuovo Toni”.

Come è cambiato il ruolo del DS?
"È cambiato molto: una volta contava la dirigenza scelta dal club, oggi molti club sono indebitati e le idee per far tornare i conti contano più che fare calcio senza problemi economici. Oggi le squadre si fanno con pochi soldi e tante idee. Ci tengo a chiarire una cosa: la prima volta che ho lasciato Firenze, lo feci per motivi extra-campo, a differenza di quanto si è detto e si dice tuttora: mia madre andò in coma e dovetti lasciare Firenze".

Dove può arrivare questa Fiorentina?
"Sei partite sono un ottimo indicatore per capire se sei o meno sulla strada giusta. La Fiorentina sta facendo le cose giuste, lo dimostrano i punti in campionato e l’organizzazione tecnica della squadra, che sta mostrando un equilibrio tra quando attacca e quando difende".

Sente ancora i Della Valle?
"Certo che continuo a sentirli, come è ovvio: hanno fatto parte di una società che per dieci anni mi ha supportato".

Cosa pensa del ritorno di Nastasic?
"Sono ultra contento, quando è tornato a Firenze ci siamo sentiti ed era veramente entusiasta di tornare a vestire la maglia viola",

L'addio di Antognoni?
"Tutti sanno quanti sforzi feci per portarlo subito all’interno della Fiorentina. Nel primo ciclo mi trovai di fronte alla società che aveva altre idee e non riuscii a portarlo in società, cosa che feci invece nel secondo ciclo".

Chi sono i migliori allenatori della Serie A 21/22?
"Gli allenatori bravi secondo me sono quelli che rimangono convinti delle loro idee a prescindere dai calciatori che hanno a disposizione. Tra quelli che preferisco quest’anno c’è Spalletti, che in poco tempo ha saputo far valere il suo modello di calcio nonostante sia succeduto ad un allenatore con idee forti come Gattuso, cambiando pochi interpreti rispetto all’anno prima. Pure Italiano spicca per avere un proprio modello, occupando tutte le zone del campo con equilibrio. Per me Italiano è un predestinato, un allenatore sulla strada giusta per diventare un grandissimo allenatore".

Toledo, Bruno Gaspar e gli acquisti sbagliati?
"Ti devi rimproverare quando spendi 10-15 milioni di euro e sbagli un acquisto, ma se spendi 3-4 milioni devi mettere in conto che a volte puoi toppare, basta che alla fine i conti tornino a bilancio”.

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