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Cagliari, Viola e la ricetta per la Juve: "Si riparte da Parma. Coi bianconeri ho tanti ricordi"

di Dimitri Conti
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Nicolas Viola, centrocampista del Cagliari, ha rilasciato un'intervista a Radiolina, esordendo con un pensiero nobile: "Ne approfitto per salutare la famiglia di Andrea Capone. Porgo le condoglianze anche io alla famiglia di Andrea". Quindi parla del momento della squadra, alla luce della prima vittoria in campionato: "Penso che sia indispensabile il lavoro che fa la squadra, che supporta determinate caratteristiche. A Parma si è ritrovato qualcosa da cui partire e da cui continuare più che altro. La scintilla? Non credo tanta nella voglia di rivalsa, non dovevamo dimostrare nulla a nessuno se non a noi stessi. E' una squadra costruita nel migliore dei modi che deve dimostrare ancora tantissimo in questo campionato".

Come si prepara a livello personale?
"Mi alleno tutti i giorni per giocare 90', la partita me la preparo sempre in testa, poi il mister decide e accetto le scelte. Se devo subentrare, quei 20 minuti sono fondamentali. In settimana avevo dato alcuni segnali e ne ho approfittato per farmi trovare pronto. Subentrare e partire dall'inizio sono due aspetti completamente diversi. L'anno scorso quando entravo, entravo per vincere la partita. Sono sicuro che, indipendentemente dall'inizio, chiunque entra in campo lo fa per fare bene. La concentrazione e l'allenamento sono fondamentali".

In estate lei è diventato quasi un tormentone.
"Quando sei svincolato, in qualsiasi città vai poi ti associano un po' dappertutto. Sono stato qui a Cagliari, non avevo lasciato l'appartamento. Ero abbastanza sereno e tranquillo e cercavo di tenermi allenato, in modo da farmi trovare pronto. E così è stato poi quando ho firmato. Per me era come se fossi qui da sempre. Ho pensato di dover chiudere? No. C'erano varie squadre interessate, ma ho aspettato fino all'ultimo la società. Sapevo di poter dare ancora tanto per questa maglia".

Adesso arriva la Juventus.
"Qui si lavora giorno per giorno, si gioca per vincere e fare bene. In Serie A sappiamo che anche l'anno scorso ci sono state tantissime sorprese. La squadra entrerà in campo per fare una partita eccezionale, ma la voglia di vincere ci sarà sempre contro chiunque. Juventus-Cagliari è stata la prima da titolare con Mister Ranieri e la prima con la fascia di capitano. Venivo dalla laurea ed era un momento magico insomma. Ho bellissimi ricordi, ho anche vinto lì con il Benevento e per me possiamo giocarcela. Sicuramente l'ultima prestazione ci ha dato delle certezze. C'è tanto lavoro da fare, lo sappiamo ma stiamo lavorando con il mister che ci fa stare sul pezzo. Questo mi fa ben sperare per il prosieguo. Indipendentemente dalla Juve o da chi incontreremo penso che la nostra identità stia uscendo".

Come festeggia il gol se arriva?
"Più che quello festeggerei la prestazione, poi al gol ci si pensa. La mia esultanza ormai è quella, cercheremo di farla il prima possibile".

Cosa avreste fatto se non fosse arrivata la prestazione contro il Parma?
"Non me lo sono chiesto, mi sono chiesto cosa avrei fatto se avessimo fatto la prestazione. Io sono una persona che pensa molto in positivo, perché cerco di dare il 100% in ogni cosa che faccio. Ero sicuro che la prestazione sarebbe arrivata. Poi vedevo la squadra in forma ed era questione di tempo che uscisse una prestazione del genere. Eravamo in ritiro, abbiamo analizzato tutti gli aspetti che andavano analizzati. Sapevo che la nostra reazione sarebbe dovuta essere importante e così è stata".

La squadra è compatta attorno a Nicola?
"Sono felice di aver conosciuto una persona veramente in gamba e un grande allenatore. La squadra è in crescita, abbiamo cambiato tanto quest'anno. A parte contro l'Empoli, non penso ci siano stati momenti negativi. Era solo una fase di stallo, ma dopo Parma cercheremo di mantenere questo tipo di approccio".

Sta raccogliendo quanto meritava?
"È una domanda interessante. Per come vedo io la situazione, non guardo tanto al passato ma guardo a quello che posso fare da qui in avanti. Sicuramente il passato mi aiuta a rivivere la mia vita e non commettere gli stessi errori. Le situazioni della vita si ripresentano se non sei in grado di andare avanti. Ora sto scoprendo parti di me che prima non conoscevo".

Il momento che l'ha cambiata?
"A volte sono i momenti brutti quelli che ti cambiano. Quando ha in un infortunio o quando non giochi. Io ho cercato in tutti i modi di capire il perché, più che subirlo. Ho cercato in tutti i modi di capire determinate cose che magari inconsciamente esprimevo e razionalmente non capivo. Ho capito che non serve più tornare nei momenti difficili per esprimere il meglio di sé, ma farlo giorno dopo giorno".

Quanto è importante nell'era dei social il ritiro?
"Stare a contatto di più aiuta a conoscerci meglio. Penso che la società sia stata abbastanza chiara sull'identità del ritiro: continuare il percorso iniziato a luglio, venivamo da momenti importanti e ha continuato in un momento di difficoltà in cui dovevamo ritrovarci. E' stato un modo per trascorrere del tempo insieme e ci ha dato qualcosa".

C'è un giocatore che la ispira?
"Mi piacciono determinati tipi di giocatori come Riquelme, Guti o Recoba. Per parlare di Cagliari O'Neill era un giocatore che mi dava sensazioni positive".

Come approccerete la Juventus?
"Si parte dalla vittoria di Parma, più dall'atteggiamento. Il passo in avanti è lì, rimarcare questo aspetto che siamo una squadra contro cui sarà difficile giocare contro. Giocare allo Juventus Stadium è un aspetto diverso. E' uno stadio meraviglioso, una squadra storica che ha vinto tutto. Io queste partite non vedo l'ora di giocarle".

E il futuro che le riserva?
"Mi piacerebbe continuare a giocare finché sto bene, cerco di godermi tutto quello che sta arrivando e sono grato per quello che si sta realizzando".

Un obiettivo?
"Sempre quello di fare meglio di quello che si è fatto. Penso che questa squadra abbia gli strumenti per fare una crescita rispetto allo scorso anno".

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