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Alaba, Calhanoglu, Dybala e Lautaro: il Covid cambierà la politica ingaggi per un po’

di Andrea Losapio
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Ci sono tre casi decisamente spinosi per i prossimi mesi di mercato. Perché al netto delle dichiarazioni a microfono aperto, secondo cui c'è sempre ampio ottimismo su rinnovi e trattative, c'è poi la realtà dei fatti. Il Coronavirus ha cambiato decisamente la vita dei club, basta vedere la flessione delle sponsorizzazioni delle squadre più importanti, oltre alla mancanza di incassi per quanto concerne stadi e tifosi. Il problema vero nella situazione attuale è che le grandi squadre perdono milioni e milioni di euro ogni anno, dai 40 dell'Inter ai 50 della Juventus, passando agli oltre 100 del Bayern Monaco, probabilmente anche di più per Real Madrid e Barcellona.

ALABA - Lascerà i bavaresi alla fine dell'anno, le grandi squadre ci sono ma probabilmente è impossibile arrivare ai 15 milioni di euro di stipendio all'anno, considerando che sono il doppio per quasi tutti i club tranne quelli italiani, comunque incapaci ad arrivare a cifre del genere. Quante squadre possono permettersi le esose richieste dell'austriaco? Forse il Paris Saint Germain, comunque alle prese con qualche problemino di troppo, probabilmente Manchester City, United e Liverpool che, comunque, devono fronteggiare perdite clamorose causa stadio. Paradossalmente solo chi non prenderà Messi delle squadre degli emiri potrà avere una chance. E il Real? Saluterà Ramos e dovrà sostituirlo. Ma quindici milioni sembrano esagerati.

CALHANOGLU - Anche lui in scadenza con il Milan a giugno, ha chiesto una cifra che per i rossoneri non è gestibile. Sette milioni di euro andrebbe oltre il tetto di tutti (tranne di Ibrahimovic) e il turco non ha ancora dimostrato di essere così decisivo come i migliori. Anche Donnarumma guadagna (lievemente) di meno e il suo ingaggio è ancora tutto da discutere. Ma è evidente che non ci potrà essere nessuno, a parte Ibrahimovic, in grado di superarlo per l'ingaggio.

DYBALA - È sempre più un rebus. Anzi, un vero problema, perché Cristiano Ronaldo continua nella sua opera di privatizzazione dell'attacco della Juventus, trovando in Morata il perfetto compagno di reparto. Dybala, che è il numero due ma con le stesse (o quasi) caratteristiche di CR7, sembra essere passato in secondo piano. Pochi palloni, poche magie, poche possibilità di rinnovo contrattuale. Anche perché la richiesta era quella di aumentare fino alle cifre di De Ligt, intorno ai 12 milioni di euro (premi inclusi). Una proposta indecente che era aiutata dalla legge italiana, con il Decreto Crescita che però non funziona né per i rinnovi né per gli acquisti dall'Italia. Dybala dovrà rivedere le proprie speranze: se avrà un aumento sarà nell'ordine di un paio di milioni, non certo raddoppiando l'ingaggio.

LAUTARO MARTINEZ - Doveva rinnovare oltre un anno fa, eppure le richieste hanno fatto slittare di un bel po' le trattative. Doveva finire al Barcellona, ma la crisi del Coronavirus ha attentato alla possibilità e ora i blaugrana devono pensare solamente a contenere gli ingaggi, non a offrirne oltre dieci per il Toro. Così anche lui rischia di essere risucchiato e ritornare a più miti consigli, con un rinnovo intermedio per i prossimi anni (da 4 milioni?) per poi spiccare il volo quando le cose saranno normalizzate. Il Covid cambierà la politica degli ingaggi per tutti, a parte qualche rarissima eccezione (Haaland e Messi) e per Martinez rischia di essere un problema.

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