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Agnelli e Conte, dai tre scudetti alle parolacce. Tra Cuadrado e il dopo Allegri: è finita malissimo

di Ivan Cardia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Legati a doppio filo all’inizio, separati da dito medio e parolacce alla fine. È il film a velocità raddoppiata del rapporto tra Antonio Conte e Andrea Agnelli.. Iniziato benissimo, finito malissimo.

L’allenatore della svolta e i tre scudetti. Diventato presidente della Juventus nel 2010, Agnelli fu tra i principali fautori dell’arrivo di Conte in panchina. Anche a furor di popolo: quello bianconero che, scottato dall’esperienza Delneri, chiedeva a gran voce l’arrivo dell’ex capitano, nel frattempo diventato allenatore capace di ottenere due promozioni in A con Bari e Siena. Il peso del presidente in questa scelta fu decisivo: non a caso, le immagini della firma del contratto con la Juve rappresentano solo loro due. Un binomio chiaro. “Il primo tassello di un mosaico per tornare al successo”: così Agnelli definì Conte. Che a sua volta assicurava: “Sono contento di essere tornato a casa”. Un matrimonio felice: lo scudetto arriva al primo colpo, ne seguono altri due. E nelle immagini ci sono ancora il numero uno e l’allenatore, sorridenti e abbracciati, l’uno accanto all’altro. Ma qualcosa si rompe.

Il mercato e il ristorante da 100 euro. L’eliminazione in Champions League contro il Bayern Monaco è uno dei primi momenti di frattura. Il tecnico lamenta il poco interventismo sul mercato. Nel 2014, dopo aver conquistato il terzo scudetto, risponde così a chi gli chiede perché la Juve brilli in casa e non in Europa: “Con 10 euro non ceni in un ristorante da 100 euro”. Apriti cielo. Le pietre dello scandalo sono diverse, hanno i nomi e le fattezze dei calciatori che Conte vorrebbe: Iturbe e Cuadrado su tutti. Si arriva così al 14 luglio: Antonio molla la Signora in pieno pre-campionato. Arriva Allegri, si prende le uova ma fa cambiare idea a tutti. Il ciclo d’oro continua, il legame Juve-Conte no.

Candidato al post Allegri, no di Agnelli. Proprio quando il livornese saluta, nella svolta della Juve che cerca il bel gioco e infine si affiderà a Sarri, torna d’attualità il nome di Conte. Chiamato a una scelta, dato che l’Inter lo corteggia da tempo. Radiomercato assicura che tornerebbe volentieri a casa, non è neanche un mistero che in Paratici e Nedved avrebbe delle sponde. Niente da fare: Agnelli, chissà se mai davvero convinto dell’allontanamento di Allegri, dice no. Va bene cambiare, ma di acqua sotto i ponti ne è passata fin troppa. I rapporti restano cordiali ma freddi, il presidente difenderà nei mesi successivi la stella dell’ex capitano allo Stadium. Ma al grande ritorno si oppone, e il tecnico va all’Inter.

Il resto è storia recente. Il dito medio e il “coglione” a fine gara. Chi ha provocato e chi ha risposto. Chi si è comportato peggio, anche considerati i rispettivi ruoli. Difficile dare giudizi, di sicuro se le sono mandate a dire, tra campo e tribuna. Forse anche aiutati dall’assenza di pubblico, che deresponsabilizza e non ha messo Conte di fronte a quello che fino a poco tempo fa era il suo popolo. Peggio di così, era difficile immaginare che potesse finire.

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Domenica 5 Maggio 2024
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