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Inter, Vecino e non solo. Settimana decisiva: serve una gestione fisica perfetta

di Alessandro Rimi
Daniele Mascolo/PhotoViews
Daniele Mascolo/PhotoViews
Procede bene e come da programma l'avvicinamento al restart della stagione nerazzurra. Ad Appiano Gentile, ogni giorno che passa, Antonio Conte si focalizza sui tempi di risposta, sugli schemi e sui movimenti senza palla, sugli scatti e sulle progressioni, su tutte le componenti legate all'integrità fisica e agli automatismi sul campo di gioco. Dopo il lungo periodo di quarantena e di esercizi studiati ad hoc per essere eseguiti all'interno delle mura di casa, ogni elemento della rosa interista si è ripresentato alla Pinetina con un livello di forma (fisica e mentale) diversa dagli altri. Matias Vecino, che già a gennaio aveva riscontrato qualche guaio muscolare, ha limitato parecchio le ultime sedute a causa di un problema al menisco del ginocchio sinistro. Ma tra gli uomini di Conte al Suning Centre non è il solo a svolgere sedute differenziate parziali o totali.

Fa parte del percorso che inevitabilmente diventa difforme nei singoli giocatori costretti a trascorrere parecchie settimane nelle rispettive abitazioni. C'è perciò chi ha fatto registrare un impatto più positivo di altri nel corso di questi 24 giorni alla luce del sole. Detto che lo staff tecnico ha tutto sotto controllo, il tour de force che aspetta l'Inter tra il finale di Coppa Italia e il fondamentale recupero contro la Sampdoria a San Siro va gestito con la massima attenzione e dosaggio dei calciatori e di chi li guida. I nerazzurri sono gli unici a doversi giocare tanto in così poco tempo e un piccolo dettaglio può portare in un attimo spiacevoli notizie per il prosieguo delle tre competizioni che vedono la squadra ancora impegnata. Tra poco si riparte, la voglia di tornare in campo è notevole, ma i timori non si possono certo contare sulle dita di una mano.
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