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Emergenza Coronavirus, la Cina vieta il consumo di carne di cane e gatto

di Ivan Cardia
Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
Il Coronavirus potrebbe salvare cani e gatti dalle tavole di diversi (non tanti) cittadini cinesi. La pratica di mangiare le loro carni, infatti, è ancora parzialmente diffusa nel Paese, soprattutto in determinate zone, per esempio quella di Yulin, dove ogni anno si tiene un festival dedicato proprio alla carne di cane. Una prassi che, già criticata dalla stragrande maggioranza della popolazione, potrebbe ora definitivamente scomparire.

Cani e gatti non commestibili. A seguito dell'esplosione dell'epidemia da Covid-19, infatti, le autorità cinesi hanno stilato una lista di quali alimenti siano considerati commestibili e quali no. Il tutto perché, come è noto, si sospetta che la pandemia abbia avuto origine dal consumo di animali selvatici. Da questo punto di vista, la prima citta a bandire esplicitamente il consumo di carne di cane o gatto è stata Shenzhen. Ora potrebbe toccare all'intera Cina: secondo Global Times, il Ministero dell'Agricoltura e degli Affari Rurali ha infatti previsto un nuovo elenco degli animali da poter allevare per il macello. Un elenco resosi necessario dopo il divieto di consumare carne di animali selvatici, appunto. Un elenco da cui mancano cani e gatti: pur non essendo già consumati dalla maggior parte dei cittadini cinesi, sarebbero in questo modo banditi in via definitiva anche dalle tavole di chi invece li considera ancora oggi alimenti prelibati. Reazioni politiche contrastanti: una parte dell'opinione pubblica ha dato giudizio favorevole, mentre dalla regione autonoma del Guangxi Zhuang molti hanno fatto notare come in diverse zone del Paese molte persone vivano anche grazie al commercio di queste carni.
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