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Le grandi trattative della Lazio - 1992, a Roma arriva Signori: il nuovo re biancoceleste

di Riccardo Caponetti
Federico De Luca
Federico De Luca
Quando nel 1992 la Lazio acquista per 8 miliardi di lire Beppe Signori dal Foggia, i tifosi non avrebbero mai pensato che tre anni più tardi si sarebbero riversati in massa nelle strade di Roma per impedire la sua cessione al Parma (25 miliardi). “Finimondo Signori”, è il titolo che appare a pagina 3 de La Gazzetta dello Sport quel giorno della calda estate del '95. Una miccia stoppata sul nascere dal presidente Cragnotti, abile a capire il momento e a fermare la trattativa con il collega Tanzi, evitando così lo scoppio di una vera rivoluzione del popolo biancoceleste. Che con quel giocatore col numero 11 sulle spalle aveva un legame particolare, quasi unico: un cordone ombelicale che li univa a tal punto da influenzare le scelte societarie. D'altronde sarebbe difficile dargli tolto, perché a quel tempo era difficile non innamorarsi di Beppe Signori. Che dopo aver incantato l'Italia con Zeman a Foggia, diventa il 're' della Capitale. Baricentro basso, capelli lunghi e un mancino da far venire i brividi ai portieri avversari. Ha scritto la storia della Lazio, di cui è il secondo marcatore di sempre con 127 gol: meglio di lui ha fatto soltanto un’altra leggenda, Silvio Piola (149).

Signori esordisce con la Lazio il 6 settembre 1992 con una doppietta alla Sampdoria e non smetterà più di farlo: 32 sono le reti a maggio, su 38 presenze. Supera i 20 anche l'anno dopo, mentre particolarmente fruttuosa diventa il binomio con il suo maestro Zeman, che ritrova a Roma dal 1994-95. Con il boemo in panchina e lui in attacco, la Lazio arriva al secondo posto in campionato, conquistando per la prima volta ai quarti di finale di una competizione europea (Coppa Uefa). In poco tempo si impone come leader tecnico e umano di quella squadra, tanto da diventarne capitano. Con l’aquila sul petto vince tre volte la classifica marcatori del campionato e due volte quella della Coppa Italia. È il simbolo della nascita della grande Lazio, che a cavallo del 2000 salirà sul tetto d'Europa con il successo contro il Manchester nella Supercoppa europea. Nel 1997 Cragnotti sceglie Eriksson come allenatore e, per rinforzare la squadra, ingaggia giocatori come Mancini, Jugovic e Almeyda. Signori perde la titolarità e per questo, nel dicembre di quell'anno, va in prestito alla Sampdoria, per poi trasferirsi l'estate successiva al Bologna. Nonostante a oggi siano passati tantissimi calciatori di primo livello a Formello, per i tifosi della Lazio Beppe Signori rimarrà per sempre il loro re.
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