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ESCLUSIVA TMW - Juary: "Inter, sogno Messi. Che sfIda con CR7. Lautaro deve restare"

di Lorenzo Marucci
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Il suo balletto intorno alla bandierina dopo un gol è ancora nella memoria di tutti i tifosi italiani. rappresentava la novità ma anche una ventata di positività di allegria. Jorge Juary è adesso in Italia, la sua seconda patria. L'ex attaccante di Avellino, Ascoli, Inter e Cremonese è il tecnico della Santos Academy a Milano e ora vive a Lodi, una delle zone più colpite dal Coronavirus. "La situazione è abbastanza sotto controllo anche se ancora grave. E' chiaro che qui - dice intervenendo al TMW News - come in tutta la zona vicina serve molta attenzione, non si può uscire ed eventualmente se lo si fa serve la mascherina. Siamo chiusi dentro casa perchè ancora il periodo è duro. si può andare fuori per fare la spesa o andare in farmacia".

Che pensa del sogno Messi? E Lautaro deve però restare?
"Messi è straordinario e l'Inter a mio parere potrebbe avere la forza di prenderlo. Sarebbe eccezionale per la squadra e la tifoseria. Sarebbe anche una bella sfida in Italia con CR7. Lautaro deve in effetti però restare perchè ha fatto ottime cose e può fare di più aiutando la squadra a raggiungere quel traguardo dello scudetto. Lo vuole il Barcellona ma a mio parere i nerazzurri non lo faranno partire".
Come può fare l'ultimo salto di qualità l'Inter?
"Può farlo perchè Conte, Zanetti, Oriali e Marotta stanno facendo un lavoro ottimo, loro sono competentissimi e bisogna credere in quello che stanno portando avanti. L'anno prossimo sono sicuro che l'Inter sarà ancora più forte e potrà lottare ancora di più per lo scudetto. Sono convinto che Conte abbia fatto grandi cose quest'anno ma nella prossima stagione, conoscendo ancora meglio i suoi giocatori potrà fare ancora di più".

Insomma, lo scudetto lo vince la Juve?
"Mi sembra quella che sia messa meglio, anche se poi con questo stop non so bene come si ripartirà. Servirà una mini-preparazione. Però è la favorita. Mi ha comunque sorpreso la Lazio, vanno fatti complimenti a Tare e a Inzaghi".

Tra i brasiliani in Italia chi le piace?
"Mi piacerebbe rivedere Jorginho, anche se è italo-brasiliano, è un centrocampista differente rispetto ad altri e può ancora dare di più. Ci sarebbe Douglas Costa che però ha reso meno soprattutto rispetto a quanto faceva vedere al Bayern Monaco"

Dal Brasile chi consiglia?
"Mi piace molto Yuri Alberto, punta centrale del 2001 del Santos"

Veniamo a lei: ora è coordinatore tecnico della Santos Academy a Milano: come è nata questa possibilità?
"E' nata sei-sette mesi fa, per vedere se si potevano allargare e implementare le nostre possibilità per il settore giovanile. Sono stati alcuni mesi in Cina e poi si è aperta questa chance a Milano (la sede è in Piazza Tirana 17). Per me lavorare con i giovani è una sfida".

Ma che tipo di Academy è?
"E' diversa dalle altre. Vogliamo formare anche degli uomini prima che calciatori. Anche questo è un bell'obiettivo. Ancora dobbiamo partire perchè quando stavamo per farlo è arrivato il virus. Abbiamo ragazzi di Milano, tutti italiani. L'intento fare un settore giovanile che ci dia l'opportunità di provare a portare in Brasile qualche ragazzo al Santos e magari portare in Italia dal Brasile qualche altro giovane"

Tornando al calcio lei ad Avellino ha vissuto il dramma del terremoto e il calcio cosa portò in quel periodo? Che cosa seppe dare?
"Credo che questo virus sia quasi più difficile e più brutto del terremoto. Il terremoto dura 9-12 secondi, certo poi ti devi salvare e devi lavorare per ricostruire. Il calcio fu una valvola di sfogo per ripartire. Adesso però credo che sia più importate la salute. Si deve aspettare prima di riprendere, non dobbiamo dimenticarci che ci sono tante persone che hanno perso genitori e parenti".
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