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Le colpe di Gattuso

di Andrea Losapio
DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
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C'è una sottile linea tra genio e sregolatezza. Spesso vanno di pari passo e, come in Matchpoint di Woody Allen, quando la fortuna assiste ci può essere una vittoria pure in condizioni estremamente difficili. Il Milan di Gattuso, questa sera, è stato decisamente inferiore rispetto alla Lazio. Ma, quando al quarantesimo la palla finisce tra i piedi di Suso al limite dell'area, poteva esserci un punto di svolta. Invece la conclusione dello spagnolo è stata il simbolo della sua serata, uscendo mestamente, in maniera defilata.

La sottile linea tra genio e sregolatezza, per Gattuso, era però un'altra. Il nuovo modulo, con la difesa a tre - un po' in ambasce Musacchio e Romagnoli - con l'inserimento di Caldara centrale ha dato, almeno parzialmente, i suoi frutti. Nel primo tempo, fino al quarantaquattresimo, zero parate importanti di Reina, nonostante lo scricchiolio in un'imbucata per Immobile. Da lì in poi, fino al sessantesimo, almeno sei possibili occasioni da gol, quando il Milan ha abbassato la propria intensità, coincidente con l'infortunio di Calabria.

Il problema ora esiste, eccome. Perché nelle ultime sette partite il Milan ha perso ben quatto volte, con Inter, Juventus, Lazio e Sampdoria, ritornando ai minimi di punti, come ai tempi delle ultime gare di Higuain. E Piatek è rimasto isolatissimo, con un solo pallone giocabile su azione da fermo. Insomma, difesa che balla, fasce che non hanno dato la spinta - dopo l'uscita di Calabria, anche sfortuna - attacco quasi inoffensivo e un Reina migliore in campo. C'è solo il campionato, ma questa è un'altra brutta botta nel finale di campionato per Gattuso.
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