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DORIA ALE' CAMMINEREMO CON TE - Guarda le stelle Sampdoria

di Paolo Paolillo
per Sampdorianews.net
Daniele Buffa/Image Sport
Daniele Buffa/Image Sport

"Da qui, proiettarmi nello spazio siderale..E ho fantasia..e posso anche volare..la fantasia, lo sai, ti fa volare". Era il 2004 e Antonio Calò, per tutti semplicemente Bungaro, partecipa al Festival di Sanremo con un brano delicato all'apparenza, che si rivela incisivo come pochi: "Guardastelle". La canzone parla di un uomo che vorrebbe raccogliere dove ha seminato aspettando il momento giusto per farlo. Questo è ciò che sembra stia facendo Giampaolo con la sua squadra.

Il mood della Sampdoria e del suo centrocampo, dopo la strepitosa vittoria contro la Juventus, è quello di tenere la testa bassa e pedalare, continuando a lavorare con umiltà. Solo così, allora, si potrà guardare davvero le stelle, quelle importanti e più luminose e si raccoglieranno i frutti. La prestazione di Udine è stata dimenticata in fretta ma ricordata benissimo nei contenuti. Alla peggiore partita della banda Giampaolo ha fatto seguito un filotto di cinque vittorie, intervallate dallo scivolone di Milano contro l'Inter. Il derby vinto e la testa più ambita di tutte, quella della Vecchia Signora, sono trofei che fanno volare, non solo metaforicamente e mostrano una squadra che gioca un calcio esilarante. Specie lì, in mezzo.

Il grande trascinatore è – senza dubbio – Lucas Torreira. Il folletto uruguagio è il nostro top player, l'uomo che detta i tempi di tutto, anche del modo di interpretare la partita. Dà la carica, fa respirare, riparte ad aggredire, geometrizza giocate e pensieri,con fantasia e praticità. In questo momento, visto anche come è andato lo scontro contro mostri sacri come Khedira e Pjanic, è forte candidato al premio di miglior regista del campionato. Senza discussioni. Nonostante un primo tempo giocato sottotono sul piano del gioco ma non del temperamento, il centrocampista ha saputo prendere le misure ai colleghi bianconeri, impedendo, insieme ai prodi Barreto e Linetty, gli inserimenti di Khedira e le verticalizzazioni micidiali del talento bosniaco ex Roma. Onestamente, fatico a trovare ventitrè giocatori uruguaiani migliori del nostro numero 34.

Capitolo interni: Edgar Barreto si è trovato nella sua "acqua" nella prima frazione, dove ha inseguito, cucito e contrastato gli avversari secondo la sua fama di gregario. Ogni tanto ha provato l'invenzione per le due punte ma se avesse anche i piedi da rifinitore il Real Madrid o il Barcellona lo avrebbero preso già tanti anni fa. Rimane un punto cardine che si è ripreso il suo posto nonostante un Linetty che ha disputato un mese di ottobre e novembre strepitoso.

Proprio il polacco entra – a freddo – dopo neanche mezz'ora per prendere il posto di Praet, azzoppato da un intervento killer di quel macellaio prestato al calcio di Lichtsteiner. Il belga aveva giocato con molto ardore sopratutto preoccupandosi di non lasciare l'uno contro uno a Cuadrado contro Strinic. Tornando all'ex Lech Poznan, invece, ci mette un po' a carburare ma nella ripresa rappresenta la chiave per scardinare il centrocampo avversario perché lui – oltre a correre come un pazzo – sa portare e giocare la palla. Il livello complessivo della mediana si alza nella ripresa e, lì, condotti da un Torreira superlativo, in mezz'ora si fanno tre gol ai bianconeri e si prende la partita. Verre rileva benissimo Barreto e si prende molti applausi per la qualità dei suoi appoggi, partecipando poi al torello – a dieci dalla fine – che è una laurea honoris causa per la squadra, una goduria per i tifosi.

Ecco, se la Samp manterrà ancora questo livello di gioco e di prestazioni in mezzo allora si, siamo tutti autorizzati a sognare, a volare di fantasia, e a guardare l'Olimpo del calcio italiano.


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