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Primo obiettivo? Formare una squadra di uomini che incarnino i valori dei tifosi

di Gaetano Ferraiuolo
per Tuttosalernitana.com
www.imagephotoagency.it
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Quando un gruppo non è squadra c'è poco da fare. Si può cantare in 20000, partire in 3000 per le trasferte più lontane, aprire le porte degli allenamenti, cambiare quattro volte guida tecnica o fare discorsi alternando bastone e carota. Rassegniamoci all'evidenza: lo spogliatoio è spaccato, diviso in "gruppetti", tutt'altro che legato alla maglia e non in grado di incarnare i sentimenti della gente e di rispettare la società che paga lo stipendio.

Quanto accaduto con il Monza in casa fu emblematico: in tanti rifiutarono il confronto con la curva (allenatore compreso), Coulibaly se la rideva con Pessina, la maglia di Dia non era nemmeno bagnata di sudore, nessuno ha abbozzato almeno una reazione di stizza dopo la rete dello 0-1 e i ragazzi di Palladino palleggiavano come fosse un torello contro i ragazzini della Primavera senza ricevere un minimo di pressione.

Ci fu poi un'azione sintesi perfetta della stagione. Tchaouna si ritrovò quasi solo davanti al portiere, con Candreva totalmente smarcato in area piccola a invocare il passaggio. Sarebbe stato il gol del vantaggio, il più facile dei tap-in per il fenomeno in maglia 87. Invece niente, egoismo allo stato puro. Tutto dopo aver preso una multa per aver tardato ad un allenamento.

Tra giocatori che baciavano il cavalluccio chiedendo poi la cessione ogni giorno, mal di pancia in periodo di mercato, atleti che mandano a quel paese il tecnico e chi chiama l'amico giornalista per lamentarsi piuttosto che farsi un esame di coscienza le abbiamo viste tutte. Comunque vada a finire sia tabula rasa, restino solo gli uomini e non chi a stento si salutava durante i ritiri. E avete mai visto una panchina del tutto inerme rispetto a quanto accade in campo, senza un minimo di partecipazione?


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