I fratelli Inzaghi, Mihajlovic, Conte e Gattuso: allenatori certi di rimanere in sella
di Andrea Losapio
Matteo Gribaudi/Image Sport
SIMONE INZAGHI - Secondo in classifica, ha ancora qualche flebile speranza per rientrare in corsa. Deve sperare in Milan e Atalanta, contro la Juventus, per cercare un incredibile ribaltone che, almeno attualmente, sembra sempre più complicato. Però Claudio Lotito ha capito di avere per le mani l'allenatore perfetto per la sua squadra. Confermato al 100%.
FILIPPO INZAGHI - Si gode il finale di campionato senza grosse ambasce, pur perdendo per 3-0 contro il Crotone. La sua è una situazione abbastanza semplice, perché il presidente Vigorito ha intenzione di fornirgli una squadra in grado di salvarsi, magari con Remy e Schurrle davanti e delle certezze anche a metà e dietro. Potrebbe essere il nuovo Sassuolo, almeno nelle idee. Da capire se riuscirà a reggere l'impatto con la categoria.
SINISA MIHAJLOVIC - Lui ha detto di non volere comprare casa a Bologna, ma ha rinnovato un altro anno con i felsinei. Dunque molto probabilmente - a meno di scossoni e offertone da big - rimarrà almeno per un altro anno. Anche perché nel frattelo il suo Bologna si sta avvicinando ad ampie falcate alla lotta promozione, con i suoi giovani terribili che crescono di partita in partita.
GENNARO GATTUSO - Ha un grande merito. In pochissimi mesi è passato da una situazione da patata bollente, con sconfitte a ripetizioni, a vincere la Coppa Italia. Un trofeo è sempre un trofeo, anche se il Napoli vorrebbe forse lo Scudetto oppure una coppa europea. Tant'è, già da gennaio si sentiva odor di riconferma. Praticamente impossibile che De Laurentiis non gli dia un altro anno di possibilità.
ANTONIO CONTE - La sua è una situazione spinosa, che ricorda un po' quella di Marcello Lippi ai tempi dell'Inter. Mercato sontuoso, quarto posto in classifica e ammissione in Champions, conferma per l'anno successivo nonostante i mugugni per il suo status da juventino, poi esonero alla seconda giornata di campionato. Di tempo ne è passato, praticamente vent'anni, e Suning non è certo come il Massimo Moratti dei tempi. La china imboccata però rischia di essere quella, anche se ha un'Europa League da giocare. Sarà certamente confermato. Ma con meno credito rispetto a prima.
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