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Serie D: De Agostini non va alla Liventina

di Redazione TuttoPordenone
per Tuttopordenone.com
Fonte Gazzettino di Pordenone - Dario Perosa

D’accordo con la voglia di tornare di nuovo in scena, ma perché cacciarsi in una situazione ad alto rischio come quella in cui si trova la Liventina, terz’ultima in classifica, che non vince dall’ormai lontano 2 ottobre 2017 (2-1 con il Legnago)?

Più di qualcuno se l’era chiesto alla notizia del possibile approdo di Stefano De Agostini alla corte di Bruno Foscan. Semplice la risposta: la chiamata arrivava da Sergio Pinzin al quale non si può dire di no.

Stefano è andato a sentire cosa aveva da proporgli l’amico ds dei biancoverdi (ex del Pordenone), ma poi non se n’è fatto nulla.

“Ci siamo parlati – racconta Stefano -; io ho detto la mia che, evidentemente, non coincideva con il loro modo di vedere la situazione. Quindi hanno preso strade diverse (panca affidata a Dorigo, già secondo di Conte, sollevato dall’incarico, ndr). Sergio – De Agostini professa la sua amicizia con Pinzin – resta un grande e auguro alla Liventina di raggiungere la salvezza. Non è stata – ci tiene a precisare – una questione economica. Di soldi non abbiamo nemmeno parlato”.

Probabilmente lui aveva chiesto un paio di ritocchini alla rosa che altrettanto probabilmente la società di Motta non è attualmente in grado di portarsi a casa. Nemmeno lui probabilmente si sarebbe aspettato che, dopo 4 stagioni di buon livello a Tamai nessuno si ricordasse di Stefano De Agostini, tanto da costringerlo a 6 mesi di vacanze non richieste.

“In realtà – precisa l’ex tecnico delle Furie – mi era già successo a Sacile dove in tre anni avevo ottenuto un quarto posto in D, una promozione in Seconda Divisione e una salvezza”.

Poi venne inspiegabilmente sostituito da Costantini. Operazione infausta per la Sacilese (retrocessa), ma anche per Stefano che fu “scordato” per qualche tempo pure allora. A Tamai ha sempre dichiarato di essersi trovato bene. Perché allora il divorzio?

“Ci sono momenti in cui senti che è giunto il momento di cambiare aria – racconta Stefano -, che bisogna salutarsi per restare amici. Era d’accordo anche Elia Verardo, gande presidente. Lo abbiamo fatto dopo lo spareggio-salvezza con il Cordenons. Una vittoria che ho festeggiato per una settimana intera”.

Ora anche il Tamai sembra in difficoltà.

“Ce la farà – è certo Stefano -. Lo dico da tifoso perché io resterò sempre furia dentro”.

Come passa il tempo un “disoccupato”?

“Andando all’università del calcio, al De Marchi, a vedere gli allenamenti di Leo Colucci, allenatore – lo giudica De Agostini - fra i più preparati”.


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