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TMW RADIO - Zaccardo: "Finalmente il vero Milan! Juve, a Pirlo bisogna dare tempo”

di Dimitri Conti
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L'ex difensore Cristian Zaccardo ha parlato in diretta a TMW Radio, intervenendo in diretta a Stadio Aperto. Ai microfoni di Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini, il suo ragionamento comincia dal Milan: "Sono contento, sta meritando questa posizione e ha le potenzialità per rimanerci, non so se alla fine sarà ancora primo ma di certo questo campionato sembra meno scontato e molto più equilibrato. Ci saranno almeno tre-quattro squadre che si giocano il campionato, e questo Milan ha trovato continuità dopo il lockdown. Ora mancherà Ibra, ma possono fare bene: mancano tante partite, quindi è tutto prematuro, ma siamo contenti di rivedere il Milan che tutti conosciamo".

Com'è andata nell'azione con Koulibaly?
"C'è sia merito dell'attacco che demeriti della difesa. Se lasci mezzo metro a certi campioni ti puniscono: oggi si marca molto a zona e mai sull'uomo, il calcio è un po' cambiato e Ibrahimovic sembra più forte oggi che dieci anni fa. Non si sa il motivo, ma gli faccio i complimenti perché ha detto che gioca per vincere lo Scudetto e in campo mantiene quanto dice. Gli sportivi devono solo applaudire un campione che a quell'età trascina i compagni".

Come si spiega la presenza di tanti over-30 tra i protagonisti della Serie A?
"Sappiamo che la Serie A è molto tattica, e che i ritmi sono più bassi rispetto a tanti altri grandi campionati d'Europa. Con meno dinamismo, i grandi campioni, anche se più maturi, riescono a sopperire con l'esperienza".

Come se lo spiega il miracolo Sassuolo?
"C'è una società solida, con dirigenti bravi, giovani interessanti e l'allenatore giusto: amo la meritocrazia e sono contento per quanto stanno facendo, è un insieme di elementi che lavorano bene e oggi raccolgono i frutti, com'era successo anche per l'Atalanta negli ultimi anni. Nel calcio non si improvvisa, bisogna programmare sotto ogni punto di vista, anche centri sportivi e scouting. Poi non è tutto matematico, nel calcio non sempre vince il più forte".

Cosa manca al Bologna per alzare l'asticella?
"Da esterno dico che se avessero preso un Ibrahimovic, avrebbe spostato gli equilibri e starebbero lottando per altri obiettivi. C'è una buona proprietà e un ottimo allenatore, ma ormai da anni fanno fatica: vorrei sempre vederla come sorpresa del campionato e purtroppo non è così. Deve alzare l'asticella, provare a fare come Sassuolo ed Atalanta e puntare all'Europa League. Manca un attaccante da 20 gol, che è la priorità, anche se tanto di cappello per Palacio: è un grande, anche alla sua età. Se ai giocatori che devono crescere ne affianchi altri di livello allora sì, puoi trovare continuità".

Di chi le colpe del mancato adattamento di Eriksen?
"Bisognerebbe vedere cosa succede ogni giorno: lui è un grande campione, credo però che non sia funzionale al gioco di Conte. Tutto qua. Vanno considerati tanti fattori, e non è scoppiato l'amore. A questo punto penso che la soluzione migliore per entrambi sia una cessione a gennaio".

Sorpreso dall'impatto di Morata?
"Nel calcio, come nella vita, contano le motivazioni. Lui ha una moglie italiana e nella Juventus si è sempre trovato bene, la sua priorità è stata tornare lì. L'ha fatto, anche se non da prima scelta, ma io che ci ho giocato contro qualche anno fa so che ha qualità, e oggi è anche maturato e cresciuto: l'Italia è la dimensione giusta per lui, conosce bene Pirlo e gli sta dimostrando cosa sa fare. Un acquisto funzionale per la Juve, penso che farà ancora bene".

Che ne pensa di Pirlo?
"Ha preso un'eredità pesante senza mai aver allenato prima: è normale che ci siano pressioni, lo sapeva che la Juventus vuole vincere sempre, e se arrivi secondo hai fallito. Bisogna dargli tempo, ma nel calcio non ce n'è, e rischi di passare da essere eroe alle critiche. Forse sarebbe stato meglio per lui un passaggio intermedio, proprio con l'U23 in C. Sarà un percorso difficile, non è ancora pronto e qualche errore lo potrà commettere ma dovrà essere la società brava a stargli vicina, soprattutto nei momenti più difficili. Anche perché al primo pareggio subito si esagera coi commenti".

Quanta differenza fa De Ligt?
"A me piace tantissimo. L'anno scorso è stato molto criticato anche per qualche episodio sfortunato, ma è un nazionale olandese giovanissimo che aveva fatto bene con l'Ajax. L'hanno pagato tanto, ma quelle sono le cifre per i giovani di valore: il futuro per lui è roseo. Quando c'è dà sostanza al reparto difensivo, fisicamente è molto forte e si fa sentire. Essendo giovane può anche migliorare, e ogni tanto fa pure gol... Hanno fatto bene a comprarlo a mio avviso".

Quando Chiellini smetterà di giocare si chiuderà la pagina storica dei marcatori italiani?
"Il calcio si evolve, c'è l'esempio del portiere che ormai è quasi meglio sia bravo coi piedi che a parare. Oggi i difensori devono saper giocare da dietro, essere registi difensivi, se poi sa marcare ancora meglio... A parte le esagerazioni, non si vedono più i centrali rudi, i marcatori di una volta che spazzavano il pallone in tribuna. Ormai si gioca la palla con eleganza e rasoterra, anche se dico che De Ligt è uno che qualcosa dei vecchi difensori ce l'ha, sull'uomo lo vedo bello aggressivo. Anche Demiral".

Come la vede la Roma?
"Hanno fatto una bella squadra e stanno lavorando bene, ricostruire dopo Totti e De Rossi non era facile. Ora è cambiata anche la proprietà, e gli do atto di come stiano lavorando, anche con la Primavera che è tornata una delle migliori d'Italia. Dietro c'è Ibanez che può diventare da top club, ma soprattutto dico Mkhitaryan che l'anno scorso avevamo un po' sottovalutato per gli infortuni, o anche Pedro... Bei giocatori per un bel sistema: contro il Parma non c'è stata mai storia. Secondo me possono lottare per la Champions".

Due parole conclusive sul Palermo.
"Ricordo sempre il Palermo, con cui mi lega un affetto importante: sono stato benissimo lì, e ripensando alla gente divento contento. Speriamo di rivederli presto in Serie A, quest'anno hanno avuto qualche difficoltà iniziale e vedo squadre più attrezzate come Bari e Ternana. Un'altra promozione sarà difficile, ma da loro tifoso me lo auguro. Le ultime sono andate un po' meglio, speriamo trovino continuità ed entusiasmo anche senza il dodicesimo uomo che è il pubblico palermitano. Se riuscissero ad arrivare ai playoff, chissà che poi, con un po' di fortuna...".
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