Serginho, il perfetto terzino di una difesa a tre. Che poteva finire a Juventus o Lazio

Nello scorso secolo volava un aereo supersonico. La tratta spesso era quella tra Parigi e New York: il Concorde andò in pensione nel 2003 a causa dei costi elevatissimi di gestione. Concorde è anche il soprannome di Sergio Claudio Dos Santos, meglio noto come Serginho, che proprio nel 1999 plana a Milano. Perfetto in un centrocampo a cinque, come esterno a tutta fascia, ma in quel periodo nessuno giocava con quel modulo, quindi - di fatto - Serginho diventava un laterale molto offensivo. Un terzino di spinta, insomma. Oppure un'ala all'occorrenza, cosa fatta in più di qualche circostanza con Ancelotti.

Bahbia, poi Flamengo e Cruzeiro. Infine San Paolo, giocando con Denilson, l'ala più pagata dei tempi dal Betis Siviglia. Così Serginho viene messo dietro Denilson, salvo poi prenderne il posto quando viene spostato più avanti con 7 gol in 14 partite. La Lazio lo chiama e sembrerebbe tutto facile, visto che sponsorizza il San Paolo, ma alla fine sono Juventus e Milan che ci provano fino in fondo.

Ed è proprio il Milan a spuntarla per 18 miliardi. 281 presenze fino al 2008, con una Coppa Italia, una Supercoppa, uno Scudetto, due Champions League, due Supercoppe Europee, un Mondiale per club. Terminata la carriera, intraprende il percorso da osservatore milanista, soprattutto in Brasile, fino al 2017 quando Leonardo lo chiama come vice all'Antalyaspor. Con il Brasile anche una Copa America nel 1999. Oggi Serginho compie 53 anni.