Christian Poulsen, odiato dall'Italia intera nel 2004. La Juve lo prese al posto di Xabi Alonso
Nel luglio 2004, in Portogallo, l'Italia partiva con i favori del pronostico. Un po' come successo sempre in quella dozzina di anni che va dal 1994 al 2006. Alla prima partita, però, c'è di fronte la Danimarca di Christian Poulsen, nato il 28 febbraio di 43 anni fa. Cosa è successo è storia: l'Italia non riesce a vincere contro i danesi, pareggiando per 0-0. Di più, il centrocampista monta una guardia feroce su Francesco Totti, che non riesce a liberarsi dal suo gioco duro e da alcune scorrettezze ai limiti del regolamento. Così, con un gesto assolutamente ingiustificabile, l'ex capitano della Roma decide di rendere pan per focaccia, sputandogli nel viso.
Niente cartellino rosso per Totti, ma la prova televisiva serve a togliere di mezzo il giocatore più talentuoso della banda Trapattoni. La UEFA lo squalifica per tre giornate, Ibrahimovic di tacco fa l'1-1 nella partita successiva, poi il biscottone fra Danimarca e Svezia, un 2-2 abbastanza maldestro, mettiamola così. Poulsen diventa così uno dei calciatori più odiati da tutta Italia che, due anni prima, si erano regalati il perugino Ahn come principale protagonista della disfatta in Corea e Giappone.
Centrocampista discreto e ordinato, molto falloso e bravo a spezzare il ritmo degli avversari, Poulsen ha fatto una discreta carriera. Schalke, Siviglia e Liverpool, con in mezzo una parentesi alla Juventus. È il 2008 quando i bianconeri lo acquistano dagli andalusi per poco meno di 10 milioni di euro, prendendo lui e non Xabi Alonso dal Liverpool, che alla fine si accorderà con il Real Madrid un anno dopo. Calciatori profondamente diversi: Poulsen in bianconero ha giocato senza infamia e senza lode, in una delle peggiori squadre bianconere di sempre. Ora è il vice allenatore della Danimarca.