Menù Notizie

"Per me l'attaccante è il primo difensore e il portiere il primo attaccante": questa è la base del calcio di Thiago Motta

di Lorenzo De Angelis
per Milannews.it
Federico De Luca
Federico De Luca

Thiago Motta è senza ombra di dubbio uno dei tecnici più ambiti sul mercato degli allenatori per questa estate. L'italo-brasiliano è stato protagonista di due grandi stagioni alla guida del Bologna che sono culminate con il ritorno in Europa dopo diversi anni dei rossoblù, che ora puntano a blindare il pass storico per la Champions League.

Nel corso di queste settimane il nome di Thiago Motta è stato accostato con insistenza alla panchina della Juventus, la quale parrebbe addirittura avere un accordo di massima con l'allenatore italo-brasiliano, ma i problemi di natura economica della Vecchia Signora avrebbero riacceso l'interesse del Milan, che stando a molti opinionisti ed addetti ai lavori potrebbe tentare un affondo per il rossoblù nonostante l'importante ritardo nei dialoghi maturato nel corso di questi mesi. 

Nel frattempo di capire come si evolveranno le questioni, con il Milan che continua la ricerca del suo prossimo allenatore, andiamo alla scoperta di che allenatore è e che idea di calcio ha Thiago Motta. 

Thiago Motta allenatore: gli esordi parigini, Genoa, Spezia e Bologna

"In Italia non capiscono un c***o di pallone, ed il fatto che contestavano Thiago Motta in Nazionale ne era la dimostrazione. Dicevo ‘Questi qua non capiscono una sega di calcio’. È il giocatore più forte dello spazio, ha un peso specifico… e lo contestavano”. Alla fine dei conti potremmo dire che Gianluigi Buffon ci aveva visto lungo sull'italo-brasiliano, anche perché non è da tutti passare dal campo alla panchina ed ottenere i risultati che effettivamente Thiago Motta sta riuscendo a portare a casa alla guida del Bologna

Prima dei felsinei è comunque giusto fare un passo indietro, visto che la carriera da allenatore dell'ex giocatore di Inter, Barcellona e PSG, fra le altre, è iniziata proprio a Parigi alla guida dell'U19 dei transalpini. Dopo una stagione comunque positiva alla guida dei ragazzini del PSG, Thiago Motta decide, di comune accordo con la società, di lasciare la Francia per rispondere alla chiamata del Genoa. Ed è qui che si iniziano ad intravedere i primi sprazzi del gioco, ma soprattutto delle idee innovative del calcio dell'italo-brasiliano. 

Le cose in rossoblù non vanno però come sperato, considerato l'esonero nel dicembre del 2019 condizionato da una situazione societaria al bordo del tracollo, a differenza di quelle a La Spezia, dove Thiago Motta inizia a farsi conoscere ed attirare su di sé l'attenzione di club di una categoria superiore, compiendo una vera e propria impresa permettendo allo Spezia di mantenere con anticipo la Serie A nella stagione 2021/22, contro venti e maree, tra ondate di Covid estivo in rosa e blocco di mercato. Resosi conto che il suo livello fosse altro, nell'estate del 2022 Thiago Motta lascia gli Aquilotti liguri per diventare il nuovo allenatore del Bologna. Il resto è storia. 

Thiago Motta, un predestinato: già in campo era allenatore di tutti

Thiago Motta è un predestinato. Troppo facile dirlo adesso, ma c'è qualcuno che in passato se avesse potuto avrebbe scommesso. Non stiamo parlando di Buffon, bensì di Laurient Blanc, uno che di panchine se ne intende e che ha allenato proprio l'italo-brasilinao a Parigi fra il 2013 ed il 2016. Riferendosi proprio a Thiago Motta, in una conferenza stampa del 2015, il tecnico francese disse: "In parte è già allenatore in campo perché ha la grande responsabilità valorizzante di garantire la nostra filosofia di gioco. Lo vedo bene in questo mestiere, anche se dovrà limare un po' il caratteraccio", a dimostrazione di quanto già all'epoca si era capito quale fosse il destino dell'italo-brasiliano. Blanc, in quell'intervento, ci tenne a puntualizzare il "carattere complicato" di Thiago Motta, forgiato nella convinzione delle proprie idee, che oggi sono la sua "fortuna" e lo rendono uno degli allenatori più ricercati dell'intero panorama calcistico mondiale. 

Insomma, Thiago Motta già pensava da allenatore quando era in campo, ed ecco perché è stato naturale per lui passare dal centrocampo alla panchina, sulla quale, fino a questo momento, è stato in grado di non snaturasi mai.

"Per me l'attaccante è il primo difensore e il portiere il primo attaccante", questa è la base del calcio di Thiago Motta

Lo slogan del calcio "Mottiano", a leggerlo oggi, è quasi un concetto scontato se almeno per una volta si è visto giocare il Bologna in questa stagione, ma la frase "Per me l'attaccante è il primo difensore e il portiere il primo attaccante" risale al 2013, quando Thiago Motta era ancora un calciatore del PSG di Ibrahimovic e Thiago Silva capitano. L'italo-brasiliano già da allora studiava da tecnico, ed a quanto pare con un'idea molto precisa sul tipo di calcio che avrebbe coltivato una volta sedutosi in panchina, ma da allenatore. 

"Dal portiere parte il gioco, con i piedi, e dalle punte il pressing offensivo per recuperare la palla”. Un concetto chiaro che non si discosta più di tanto da quello che il calcio moderno ha offerto da Guardiola in poi, allenatore dal quale sicuramente Thiago Motta si sarà ispirato, soprattutto nel desiderio di cercare sempre nuove soluzioni. Soluzioni che mai come quest'anno a Bologna stanno prendendo corpo, grazie anche ad una squadra costruita ad immagine e somiglianza di chi la guida. 

Il fatto che Motta ed i suoi giocatori siano una cosa sola non è assolutamente da sottovalutare, anzi, a questi livelli può spesso fare anche la differenza. Basti pensare quello che disse Joshua Zirkzee ai microfoni di AD qualche mese fa: "C'è tanto entusiasmo in questa Bologna e questo è un merito per Motta che è un grande capo, ama il suo lavoro",  confermando una sorta di legame viscerale instaurato dall'allenatore rossoblù che a detta di alcuni è invece un po' mancato dalle parti di Milanello in questa stagione. 

A fronte di tutte le notizie che si stanno susseguendo in questi giorni è giusto domandarsi: può un profilo come Thiago Motta fare al caso del Milan? Chi scrive pensa di , anche perché al Milan porterebbe un calcio identitario, studiato ma soprattutto offensivo, di quelli ai quali il compianto presidente Berlusconi ha sempre auspicato. 


Altre notizie Milan
Venerdì 17 Maggio 2024