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Ecco le colpe di Pioli e dello staff. Le verità scomode sul conto di Maldini. L’arrivo di un traghettatore non conviene

di Franco Ordine
per Milannews.it

Analisi del disastro Milan punto per punto.

INFORTUNI- Potete pensarla anche diversamente da me, ma questo è il peccato mortale del quale Stefano Pioli, con il suo staff, si porta dietro la responsabilità. Con quello di Thiaw (da rivedere, se va bene, a febbraio 2024), siamo arrivati a 25 complessivi di cui 17 muscolari. Questo significa che il tecnico, in alcuni ruoli, specie nella difesa, ha dovuto far giocare sempre gli stessi a cominciare per esempio da Theo Hernandez (utilizzato anche in nazionale). Non solo. Dal 29 ottobre, sera di Napoli-Milan, con Kjaer fuori uso, si rompono Kalulu e Pellegrino, devono giocare sempre e soltanto Thiaw e Tomori centrali senza possibilità di ricambio, tutte le partite e fino in fondo alle partite stesse. L’infortunio col Borussia del tedesco ne è una inevitabile conseguenza.

ERRORE GRAVE- Ricorderete la dichiarazione di Stefano Pioli alla vigilia del debutto in campionato col Bologna: “Ho voluto io una rosa ristretta per utilizzare tutti e avere gente motivata”. Bene: non era pronosticabile una “mattanza” di difensori centrali ma non aver trovato un sostituto di Theo e aver lasciato partire Gabbia per Villareal è stato un errore strategico, alla luce della situazione attuale, condiviso dall’area tecnica.

LATO PSICOLOGICO- Non sarà sfuggito a nessuno il gesto, di disperazione, del capitano Davide Calabria in occasione dell’infortunio di Thiaw. Si è messo le mani nei capelli come per dire :”Oh no!”. Bene: questo significa che in quel momento nel team è intervenuto un tale sconforto morale da provocare i buchi successivi e il risultato finale. Nessun elemento in campo, nemmeno l’esperto di turno, Giroud, è stato in grado di rianimare il gruppo infondendo un pizzico di reazione all’evento. Anche questo deve indurre a qualche riflessione. Senza leader in campo non c’è futuro. 

DEFICIT CALCISTICO- Anche col Borussia è emerso un deficit tattico che è bene esaminare. Come si è visto, Pioli ha utilizzato Calabria come finta ala per far entrare in mezzo al campo Chukwueze, così come ha fatto Pulisic per liberare spazio a Theo a sinistra. Con due differenze clamorose: 1) che il rivale di Calabria, Gitten, non lo seguiva e quando ripartiva in libertà metteva in crisi la difesa rossonera; 2) l’occasione avuta da Calabria allo scadere del primo tempo è stata sprecata.

VEDOVI DI MALDINI- Capisco il sentimento di molti tifosi nei confronti di Paolo Maldini, allontanato da Cardinale il 5 giugno scorso. Per loro era una garanzia. Ma esaminiamo i fatti: Maldini voleva cambiare Pioli e forse avrebbe avuto un senso a fine dello scorso torneo ma nel frattempo il suo precedente mercato (Origi, CDK, Vranckx, Bakayoko, Dest, etc.) aveva dato un contributo pari a zero senza dimenticare che i suoi obiettivi del mercato successivo erano Loftus Cheek più Kamada e Arnautovic. Non proprio esaltanti.

ESONERO SI O NO?- Cardinale e Furlani hanno esaminato la situazione e convenuto su una decisione: cambiare allenatore a qualche giorno dalla partita col Frosinone dove tra l’altro il Milan è senza difesa in tutti i sensi, comporterebbe maggioririschi. Ne aggiungo un’altra di considerazione: con tutti gli indisponibili, si finirebbe per mettere sulla schiena di un eventuale sostituto di Pioli tutti i problemi, non ancora risolti, provocati dallo staff di Pioli. Nicolò Schira, che è un “drago” del calcio-mercato, ha tirato fuori la news secondo cui il sondaggio effettuato da un portavoce di Shevchenko disposto a subentrare come traghettatore ha ottenuto una risposta negativa. Nell’interesse dello stesso Sheva credo io perché con l’attuale infermeria significherebbe spostare sulle spalle del nuovo allenatore i guai procurati dal precedente staff. I tifosi hanno ormai considerato chiuso il ciclo di Pioli: da stabilire se questo clima di diffuso scetticismo può aiutare la squadra oppure indurla a nuovi cedimenti in campionato. In questo caso l’esonero sarebbe inevitabile.


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