L'editoriale sulla C - Squadre B? Progetto da non riproporre
di Tommaso Maschio
Federico Gaetano
Se la Serie C ha bisogno di riforme, e tutti sappiamo quanto siano esse necessarie, quella dell’introduzione delle Squadre B è probabilmente l’ultima e quella meno utile per ridare credibilità e respiro a un movimento in contrazione dove anche in questa stagione non mancano le criticità. Ben venga quindi la chiusura di quel progetto, ma che sia chiusura vera e definitiva. Nelle parole di Gravina infatti si legge fra le righe, magari mi sbaglio, un tentativo di tenere aperto uno spiraglio con le grandi che potrebbero iscrivere le proprie squadre di riserva con un limite d’età portato a 20 anni. Sarebbe un errore ancor più madornale poiché per i giocatori under 20 c’è già il campionato Primavera, che negli ultimi anni è cresciuto in competitività, che verrebbe così minato. Sono d’accordo con il collega Ivan Cardia quando dice che “rendere le regole troppo stringenti, orientate a schierare una banda di ragazzini fuori competizione, non aiuterebbe poi troppo”. Meno quando cerca di difendere un progetto che sta imbarcando acqua da ogni parte (“Sono squadre B? Le grandi possono usarle anche per far giocare elementi che non possono più andare in Primavera, ma che conviene tenere vicini alla casa madre, per una ragione o per l’altra”).
Chiudere il progetto, a prescindere dai possibili correttivi che la Federcalcio ha in mente, riporlo in soffitta e dimenticarlo lì è la cosa più logica da fare. E anche la più giusta. L’occasione è del resto ghiotta e lasciarsela sfuggire per provare a rianimare un progetto morto sarebbe deleterio e non certo un bel segnale per il nostro calcio.
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