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Mercato statico e scelte impopolari ma è presto per tirare le somme

di Carlo Grandi
per Amaranta.it
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Livorno - Siamo quasi a fine luglio, i calendari usciranno tra pochi giorni e la Serie B si presenta ai nastri di partenza con ancora tanto da dire in sede di mercato. Poche sono le squadre complete a questo punto, complice anche il solito tourbillon di società fallite e giocatori svincolati a caccia dell'ingaggio migliore per dare una svolta alla propria carriera. 

Il mercato di Serie B sta vivendo di questo, poche operazioni concrete, molti movimenti minori e un nutrito gruppo di squadre alla disperata ricerca di quei giocatori che possano cambiare la loro sorte in positivo. 

Il Livorno è esattamente nella stessa identica situazione; alla finestra, dopo aver dato una sistemata al proprio assetto societario, con dolorose rinunce per carità, ma anche con un programma e una linea unica, che vede nel triangolo Breda, Signorelli, Ricci l'asse su cui costruire la squadra per la prossima stagione.

Il tecnico trevigiano ha sorpreso tutti in negativo escludendo Diamanti dal suo progetto tattico; un autogol per molti, ma anche un segno di grande personalità: non è mai facile andare controcorrente rimanendo fedeli alle proprie idee fino in fondo. E al di là dei rapporti interpersonali tra Breda e Diamanti, il tecnico del Livorno gode ancora di un grosso credito dopo aver condotto la compagine amaranto a una salvezza miracolosa la scorsa stagione. 

Il mercato del Livorno ad oggi forse per la prima volta dopo diversi anni sembra avere un criterio; la società sta puntellando i reparti che più hanno bisogno con rinforzi graditi al tecnico, e soprattutto gente che si tuffa in questa avventura con grandi stimoli e voglia di guardare in alto; tutti giocatori, è bene dirlo, di proprietà del Livorno, acquistati a titolo definitivo.

Ci saremmo aspettati una linea societaria più tendente a coinvolgere il pubblico in questa nuova avventura senza quelle bandiere che hanno fatto le fortune della compagine amaranto in questi ultimi 20 anni, magari anche sacrificando l'aspetto economico in nome dell'attaccamento alla maglia e alla città che certamente non manca alla piazza.
Sappiamo bene che è come toccare un tasto dolente per le casse societarie, ma riavvicinare la squadra alla piazza permetterebbe agli addetti ai lavori di operare con maggiore serenità, di riportare entusiasmo e di far capire ai tanti scettici che tutti stanno remando nella stessa direzione.

Perché l'unica cosa che conta è la maglia amaranto, che la si veda come la si voglia vedere, e tutti andrebbero a beneficiare delle fortune di questa squadra. E siamo ben certi che una società al timone da così tanto tempo sa come fare breccia nel cuore dei tanti tifosi scettici che vorrebbero solo un po' più di coinvolgimento per venire allo stadio a sventolare la loro sciarpa col sorriso in faccia. 

Al momento è davvero troppo presto per tirare le somme.


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