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FOCUS - Dal 26 maggio 2013 al 30 aprile 2017: aspettando il prossimo incubo

di Antoniomaria Pietoso
per Lalaziosiamonoi.it
Fonte Antoniomaria Pietoso - Lalaziosiamonoi.it
Daniele Buffa/Image Sport
Daniele Buffa/Image Sport

Il passaggio di Mauri in profondità, il tiro cross di Candreva, la deviazione di Lobont e la zampata vincente di Senad Lulic. Una partita e una data quella del 26 maggio 2013 che resterà per sempre scolpita nel cuore e nella mente dei tifosi della Lazio. Novanta minuti che hanno fatto entrare quella squadra nel cuore di tutti i laziali e che viene ricordata ancora oggi a distanza di quattro anni. Una Coppa Italia storica, alzata davanti (o in faccia, come si usa dire sulle rive del Tevere) ai rivali di sempre regala una soddisfazione immensa. Da allora, però, il derby aveva perso fascino, interesse e, purtroppo, aveva portato solo cocenti delusioni in casa biancoceleste. Tutto questo fino a questa stagione, quando la storia è nuovamente cambiata ed è tornata sui binari a cui tutti eravamo abituati. La grande novità di questo 2017 è che la formazione di Inzaghi ha ristabilito le gerarchie della città. La Lazio è tornata, a tutti gli effetti, la prima squadra della Capitale. Non è stato semplice e nemmeno scontato perché questa pazza stagione ha regalato ben 4 derby. Alla vigilia della semifinale di Coppa Italia, però, Biglia e compagni sembravano relegati a fare da comparsa davanti alla Roma di Spalletti, capace appena tre giorni prima, di illuminare San Siro e di stendere l’Inter di Pioli. “Affrontiamo una squadra abbordabile, la finale è vicina” ripetevano stampa e tifosi romanisti

COPPA ITALIA A TINTE BIANCOCELESTI – Invece i ragazzi di Inzaghi hanno messo in campo tutto quello che avevano e hanno limitato le scorribande avversarie. Sfrontati, grintosi e generosi non hanno lasciato scampo a De Rossi e compagni. I 40 gol stagionali di Dzeko, le magie di Nainggolan e le accelerazioni di Salah, vengono spazzate via in una sola serata. Ci pensano le reti di Milinkovic e Immobile a regalare il 2-0 alle aquile che, però, devono aspettare circa un mese per la gara di ritorno. L’aria di remuntada e la pressione mediatica circonda la Lazio e spinge Totti&co. a cercare l’impresa, ma sul campo la storia è completamente diversa. Ancora una prestazione perfetta e un match preparato nei dettagli da Inzaghi promuovono la sua formazione. Sono ancora Sergej e Ciro a trovare la via del gol e poco importa se la squadra di Spalletti alla fine avrà la meglio per 3-2 perché il doppio confronto premia, eccome, il mister piacentino. Certo, l’ultimo atto porterà il trofeo nelle mani della Juventus, ma, dopo quattro anni dal gol di Lulic, i biancocelesti tornano a essere la prima squadra della Capitale e a gelare l'altra sponda del Tevere. Non è però abbastanza perché nemmeno un mese dopo, il 30 aprile, le aquile fanno ancora meglio in campionato. Si inizia dallo sfottò della scenografia: cartoncini bianchi, celesti e azzurri e tre stendardi. Da destra il primo con la data del 4 aprile 2017 (derby di ritorno di Coppa Italia che ha sancito l'accesso in finale dei biancocelesti, ndr), il secondo con Mister Enrich che imita la paura con l'accappatoio celeste e la scritta Irr e il terzo con la storica data del 26 maggio 2013. In basso lo striscione che recita: "Arrivederci al prossimo incubo".

IL COLPO DI GRAZIA IN CAMPIONATO – L’ennesimo incubo per la Roma andrà in scena nei novanta minuti successivi con la Lazio che domina sul campo e i lupi che vengono tenuti a galla dagli errori dell’arbitro Orsato e dei suoi assistenti e addizionali. Non bastano i rigori non concessi per i falli su Lukaku e Keita, o quello assegnato ai giallorossi per la clamorosa simulazione di Kevin Strootman. E’ la stracittadina della Lazio e così la doppietta di Keita e la zampata di Basta regalano i tre punti ai gagliardi ragazzi di Inzaghi. Non solo, ma il match ristabilisce ancora una volta le gerarchie della Città Eterna. Una città storicamente biancoceleste e che negli ultimi quattro anni forse si era un po’ troppo celata dietro l’impresa di Lulic e compagni che rimane lì indelebile, incancellabile e indimenticabile. E’ tempo, però, di andare avanti e di continuare a essere il loro peggior incubo ogni momento e non solo un giorno all'anno. Buon 26 maggio laziali!


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