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ESCLUSIVA - Filippini: "Un errore lasciare Cesena. Inzaghi lo sento spesso, magari ad Auronzo...”

di Gabriele Candelori
per Lalaziosiamonoi.it
Fonte Gabriele Candelori - Lalaziosiamonoi.it

22 anni e già tre stagioni di Serie B alle spalle. Sotto lo sguardo di Inzaghi e sempre col sogno vivo di rientrare nella Capitale. Lorenzo Filippini ha precorso i tempi. Era il giugno del 2013 quando, in attesa di alzare al cielo anche una Coppa Italia l’anno dopo, la temibilissima Primavera di Bollini batteva 3-0 l’Atalanta e si laureava campione d’Italia. Tanti di quei ragazzi oggi sono diventati protagonisti nel mondo del professionismo. Tra questi il terzino romano. Dopo il ritiro estivo con la Lazio di Pioli, nel 2014 la prima stagione in cadetteria a Bari. Dieci presenze nella fase centrale del campionato, poi un nuovo prestito alla Pro Vercelli nell’annata successiva. In Piemonte ecco la tanto attesa continuità di prestazioni. Prima dell’arrivo del più esperto Mammarella. Una scelta societaria che da gennaio in poi gli riserva un ruolo da spettatore. Anno nuovo, altra avventura. Foschi chiama l’amico Tare e porta il classe ’95 a Cesena. Anche qui le cose non vanno come sperato, complice la difficile situazione di classifica del club romagnolo. Nella finestra invernale allora altra telefonata tra i due ds e la Liguria come nuova tappa. “C'era un patto segreto fra me e Rino Foschi. Non potevo rifiutare l'offerta dell'Entella, questo progetto mi ha convinto subito”, ammette Filippini a operazione conclusa. “Gli hanno garantito che giocherà con continuità”, conferma il massimo dirigente del Cesena ai nostri microfoni. In realtà la stagione che doveva essere della consacrazione non si rivela tale. Con Breda prima e Castorina poi le presenze in campo si contano sulle dita di una mano. Per capire cosa non è andato a Chiavari, proiettarsi al futuro e toccare diversi temi, la redazione della Lalaziosiamonoi.it ha contattato in esclusiva proprio il giovane difensore.

Partiamo dalla fine. All’Entella ti era stato promesso lo spazio che cercavi, qualcosa invece non è andato per il verso giusto…

“È proprio così. Mi era stato promesso dello spazio. Era quello che cercavo e per questo motivo mi ero spostato da Cesena, anche forzando un po’ la mano. Poi purtroppo qualcosa è andato storto e la stagione non è stata affatto positiva. Addirittura si è conclusa con la frattura del setto nasale nell’ultimo allenamento (ride, ndr)”.

Avevi detto in estate che speravi fosse la stagione della consacrazione. Anche a Cesena però il campionato non è partito nel migliore dei modi…

“Speravo fosse la stagione della consacrazione. Al terzo anno di Serie B credevo magari fosse arrivato il mio momento. Ho fatto la scelta di andare a Cesena perché con il tecnico Drago, che ha sempre lanciato molti giovani, mi auguravo di far bene. Ma per un giovane, in un campionato del genere, incidono tante variabili. Le cose non si sono messe bene per la squadra. E alla dodicesima giornata il mister è stato esonerato. Il campionato è partito male: avevamo degli obiettivi e ci siamo ritrovati a lottare da subito per le parti basse della classifica. In una situazione simile, magari lanciare un giovane non è neanche facilissimo. Specie in una piazza calda come Cesena. In realtà, onestamente, sono rimasto anche abbastanza contento dell’impiego che ho avuto in Emilia Romagna. A mente fredda la decisione sbagliata si è rivelata trasferirsi all’Entella. Qui mi era stato promesso più spazio, ma per un motivo o per l'altro non è arrivato”.

Hai avuto modo di sentire Inzaghi in questi mesi?

“Sì assolutamente, l’ho sentito molto spesso durante tutto l’anno. Abbiamo un ottimo rapporto dopo tanti anni insieme. Iniziammo addirittura con gli Allievi Regionali. Ritrovarlo alla Lazio? Magari (ride, ndr)”.

È mancata la ciliegina sulla torta. Ma ti aspettavi una stagione simile della Lazio?

“È stata un’annata incredibile. Nessuno si aspettava che la Lazio potesse arrivare così in fondo. A livello di organico c’erano formazioni più attrezzate. L’appetito vien mangiando e i biancocelesti hanno fatto una grandissima stagione. È vero, è mancata la ciliegina sulla torta. Ma difficilmente si poteva chiedere di più a questa squadra”.

Tra l’altro l’ex tecnico della Primavera ha lanciato tanti tuoi ex compagni di squadra…

“Grazie al mister è stata una stagione straordinaria anche per tanti miei ex compagni. La sua presenza li ha facilitati a trovare spazio. È stato un altro grande pregio della Lazio di quest’anno. Ha messo tanti giovani in campo e anche con buoni risultati”.

In Serie B, oltre a Bollini, ti sei ritrovato di fronte tanti giocatori di proprietà biancoceleste. Chi ti ha colpito?

“Anche Bollini è stato un allenatore importante per me e ci siamo incontrati con molto piacere. Non mi aspettavo sinceramente l’annata di Palombi. Di certo non perché avessi dubbi sulle sue qualità, è un giocatore forte. Ma non me l’aspettavo: venir fuori e fare così bene al primo anno tra i professionisti non è facile. Ci sono mille variabili quando vai in prestito. È riuscito a sfruttare la situazione della Ternana e fare una grande stagione. Uno che mi ha colpito è sicuramente lui”.

A proposito di Bollini. Insieme avete vinto l’ultimo scudetto Primavera della storia della Lazio. Che ricordi hai di quel trionfo e dove pensi possa arrivare a giugno la squadra di Bonatti?

“Lo Scudetto, insieme alla Coppa Italia vinta con Inzaghi, è il ricordo più bello che mi porto dietro finora nella mia carriera. È stata un’emozione indescrivibile. Siamo arrivati fino in fondo e abbiamo conquistato un titolo che la Lazio non vinceva da tanti anni. L’altro giorno mi divertivo a rileggere i nostri nomi e quelli dell’Atalanta, che era l’altra finalista. Su 22 giocatori la metà sono in Serie A a giocare anche in squadre importanti. Senza dubbio è stata una finale e un’annata incredibile. Quello Scudetto e quel gruppo non lo dimenticherò mai. Per quanto riguarda la Primavera attuale sinceramente non l’ho seguita più di tanto. Con il ricambio generazionale purtroppo ho perso contatti con alcuni ex compagni. Come al solito credo però che la Lazio abbia fatto una squadra abbastanza competitiva”.

Terminiamo con il tuo futuro. Finito il prestito alla Virtus Entella, quali sono i programmi per la prossima stagione?

“Non so nulla, non è una frase fatta. Il prestito è finito e sicuramente rientrerò alla Lazio. Non so quello che farò. Concluso il campionato della prima squadra, ci incontreremo con la società e vedremo il da farsi. Ovviamente la mia speranza è quella di avere la possibilità di partire in ritiro con la squadra e giocarmi le mie opportunità. Altrimenti valuteremo insieme una soluzione alternativa. Non è neanche giusto parlarne ora visto che i biancocelesti, nonostante siano già certi dell’Europa, si giocano ancora un obiettivo”. 

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Venerdì 29 Marzo 2024