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Storie di infedeltà e tradimenti: Kolarov va alla Roma, ma il serbo è solo l'ultimo di una lunga lista

di Lalaziosiamonoi Redazione
per Lalaziosiamonoi.it
Fonte Valerio De Benedetti - Lalaziosiamonoi.it
Daniele Buffa/Image Sport
Daniele Buffa/Image Sport

“Spero di tornare in Italia, mi ha fatto crescere come calciatore e come uomo. Ma non andrei alla Roma, questo no. E se lo dico è perché lo penso”. Parola di Aleksandar Kolarov. Parlava così il terzino serbo dopo aver lasciato la Lazio per approdare al Manchester City, la grande occasione della sua carriera, nel 2010. Ben 7 anni di vittorie e successi in Inghilterra però, sembrano avergli fatto cambiare idea. Manca solo l’ufficialità infatti per il suo passaggio a titolo definitivo alla Roma. Kolarov torna in Italia, nuovamente nella Capitale, che lo aveva accolto giovanissimo e lo ritrova oggi 32enne, ma lo fa stavolta sulla sponda opposta del Tevere. Un atto di infedeltà verso  i suoi ex tifosi, che fino a qualche mese fa invocavano un suo ritorno, e che di certo adesso non lo accoglieranno con piacere al prossimo incontro. Roma e Lazio, due mondi distinti e distanti, impossibili da unire e far convivere. Eppure di storie di tradimenti, quello di Kolarov non è di certo il primo caso. Da Ferraris a Galli, passando per Selmosson, fino ad arrivare a Cordova e a Fulvio Bernardini.

Il caso più eclatante però, fu quello di Lionello Manfredonia. Ben 14 anni tra giovanili e prima squadra alla Lazio, poi il passaggio alla Juventus per due stagioni, e infine la Roma, dove giocò per tre anni fino al 1990, chiudendo la carriera. Un trasferimento mai accettato dai tifosi biancocelesti, ma nemmeno da quelli giallorossi, che lo contestarono pesantemente nei suoi trascorsi nella Capitale. In tempi più recenti toccò a Diego Fuser, capitano per un breve periodo dell’epoca cragnottiana, a Luigi Di Biagio, che con la Lazio però aveva giocato una sola partita, a Sinisa Mihajlovic, diventato poi una bandiera biancoceleste dopo i suoi trascorsi in giallorossi. Un raro caso, difficilmente ripetibile. Lo stesso percorso di Mihajlovic lo fecero anche Roberto Muzzi e Angelo Peruzzi. Entrambi giovanissimi indossarono la maglia giallorossa, salvo poi cambiare sponda in tempi più maturi. Senza dimenticare Zednek Zeman, prima tecnico biancoceleste, poi successivamente dei rivali cittadini. Kolarov è soltanto l’ultimo di una più o meno lunga lista.


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Venerdì 19 Aprile 2024