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Mateo Retegui, la certificazione della fine dei centravanti Made in Italy. E su Pogba…

di Fabrizio Ponciroli
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In Italia abbiamo sempre avuto due scuole calcistiche molto fiorenti: quella dei portieri e quella degli attaccanti. Se a livello di estremi difensori ci sta andando tutto sommato ancora bene (Donnarumma sarà pur criticato ma me lo tengo stretto), gli attaccanti, quelli che nascono con l’unico pensiero di far gol, sono praticamente scomparsi. Non me ne vogliano i bomber azzurri di oggi, ma sono cresciuto con attaccanti del calibro di Gigi Riva, Paolo Rossi, Christian Vieri, Filippo Inzaghi e mi fermo qui (potrei inserire anche i trequartisti con licenza di segnare come Francesco Totti o Alex Del Piero). Certo, Ciro Immobile è un grande attaccante, non c’è discussione in merito, ma è diverso dai bomber azzurri del passato. Forse è un attaccante moderno, non saprei. Sicuramente è anche l’unico vero goleador che abbiamo in Nazionale. Jack Raspadori può far bene, così come Wilfried Gnonto o i vari Gianluca Scamacca e Lorenzo Lucca ma, per il momento, il CT Roberto Mancini non ha molto tra cui scegliere per quanto concerne l’attacco. E, quindi, si va a pescare in Argentina. La scelta è ricaduta su Mateo Retegui, 23nne attaccante del Tigre in prestito dal Boca Juniors. Attaccante fisico (186 cm) ma decisamente mobile, ha le carte in regola per diventare un bomber di grande valore. Da quando il suo nome è stato accostato alla Nazionale, i suoi social sono impazziti. Non ha mai giocato un solo minuto in Serie A (è stato vicino alla Roma) ma, in Argentina, è titolare e questo basta e avanza per il CT Roberto Mancini che, parole sue, ha bisogno di attaccanti bravi che giochino, come Mateo Retegui appunto. Ora il nostro nuovo attaccante avrà tutta la pressione mediatica addosso. Giocare con la Nazionale è un privilegio ma anche un peso significativo (lo sa bene il Roberto Mancini giocatore). Mateo Retegui dovrà dimostrare di valere tutto questo interesse nei suoi confronti.

Se farà bene, il suo futuro sarà roseo e, probabilmente, anche “italiano”. Facile che qualche club italiano si farà sicuramente avanti per averlo. Se dovesse fallire, si dirà che la colpa è del campionato argentino non allenante e, vi assicuro, che non è affatto così. Comunque sia, fa strano pensare che la Nazionale sia costretta a chiamare un giocatore della rosa del Tigre per mancanza di attaccanti azzurri in Serie A o, meglio, di attaccanti azzurri in Serie A titolari nei rispettivi club di appartenenza. Il calcio cambia, forse la scuola attaccanti italiana è passata di moda…
Chiudo con Paul Pogba. Oggi il Polpo compie 30 anni. Non sarà un grande compleanno per il francese. In questa (maledetta) stagione ha perso il Mondiale e, di fatto, tutto il credito di cui godeva con il popolo bianconero. Gli infortuni non sono direttamente una sua colpa ma poco importa: il suo ritorno a Torino è stato, almeno per ora, fallimentare. Lo rivedremo dopo Pasqua (se tutto andrà bene), quando, magari, Allegri avrà già fatto le sue scelte per la volata finale. Insomma, Paul Pogba rischia davvero di non aver più tempo per convincere tutti che può essere ancora una risorsa importante per la Vecchia Signora. Era tornato per prendersi (nuovamente) le redini della Juventus. Il suo ritorno potrebbe chiudersi malamente: una meteora che non ha lasciato nessun segno. Incredibile ma vero…

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Giovedì 16 Maggio 2024
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