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Lukaku e Mbappé, figli di un calcio fatto di apparenze… Cosa resta ai tifosi?

di Fabrizio Ponciroli
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Sono stanco e pure infastidito… Si dice che, con l’avanzare dell’età, si diventa meno tolleranti e decisamente più nostalgici. Chi ha diverse primavere sulle spalle, adora parlare di quanto fosse bella la sua era… Beh, sta accadendo a me. Stranamente, sto iniziando a rimpiangere i giorni (calcistici) che furono. La memoria torna a quando essere un giornalista sportivo aveva un peso specifico importante, almeno per me. Ci si sentiva “in missione”, a caccia di notizie (vere) e scoop (altrettanto veri). Il mondo del calcio era accogliente, in particolare con chi sapeva svolgere il proprio lavoro e si comportava bene con i propri interlocutori. Si pianificavano interviste con le società, con la volontà di aiutarsi a vicenda, senza la paura di essere “fregati”. E, soprattutto, i calciatori avevano ancora fattezze umane. Potevi ritrovarti a parlare con Samuel della sua passione per la pesca o, con Trezeguet, di quanto fosse bella la fredda Torino oppure del fascino irresistibile di certe femme fatale con Ramì (una delle interviste più divertenti della mia carriera)…
Oggi, tutto questo è sparito, volatilizzato, scomparso. I giocatori, quelli top, sono semi divinità a cui non è possibile avvicinarsi, figurarsi farci due chiacchiere. Se e quando vogliono comunicare qualcosa, lo decidono loro, a volte senza neppure il consenso della società. Si pensi a Mbappé che, di fatto, si sta comportando come meglio ritiene, nonostante sia stipendiato dal PSG. Ogni giorno, gli vengono offerti sempre più milioni, come se fosse in grado di trasformare l’acqua in vino.

Che sia fortissimo, calcisticamente parlando, nessuno lo mette in dubbio. Che valga tanto, onestamente, non mi sento di sottoscriverlo con il sangue. Mbappé fa quello che vuole, Lukaku gioca a fare il misterioso. Lancia frecciate, getta benzina sul fuoco, rigorosamente via social network, ovvero dove ogni individuo può essere re senza la paura di essere “interrogato”. In effetti, Lukaku è stato re e poteva esserlo ancora ma ha fatto altre scelte, perdendo l’affetto di un popolo intero (quello nerazzurro). C’è poca sostanza nel calcio di oggi. L’apparenza vale molto di più della concretezza. Sembra una gara di Formula 1 in cui, ognuno, si preoccupa solamente di sfrecciare più veloce di tutti gli altri sul rettilineo, senza pensare che, prima o poi, ci sarà una curva da affrontare. E i tifosi? Molti sono esausti. Tra caos regolamentari, esternazioni folli di ogni tipo, quotazioni di mercato fuori scala e prezzi per godersi il calcio sempre più elevati, i tifosi, considerati da sempre il cuore pulsante del calcio, stanno perdendo il piacere di seguire quello che, una volta, era lo sport più bello del mondo. Pure io sono confuso: mi manca il calcio semplice di un tempo dove il focus era sui 22 sul campo verde. Oggi, incredibile ma vero, la partita è l’antipasto, i piatti forti si servono sui social… Ognuno fa, pensa e dice quello che vuole, senza ritegno. Speriamo che sia colpa del caldo afoso e che, presto, ritorni anche in me la voglia di calcio…

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Mercoledì 15 Maggio 2024
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