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Le lacrime di Ibra, la rabbia di CR7 e il disagio di Prandelli…

di Fabrizio Ponciroli
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“Tu chiamale se vuoi emozioni”, cantava Lucio Battisti nel lontano 1970… Una bellissimo brano che, in questa settimana, sarebbe da hit parade (terminologia vintage)… E’ successo di tutto… Partiamo da Re Zlatan. Siamo abituati a vederlo troneggiare in campo, pronto a cazziare chi non regge la pressione e compie errori futili. Un marcantonio di uomo che si crede più vicino a Dio di chiunque altro. Un gladiatore pronto sempre alla battaglia. Coniato con l’acciaio ma pur sempre umano e, quindi, con un cuore… Lo si è visto durante la conferenza stampa per il suo incredibile ma mediaticamente esplosivo ritorno in Nazionale. Ad un certo punto, parlando del figlio Vincent, si è commosso… Pazzesco ma estremamente reale. La conferma che anche Re Zlatan ha delle debolezze umane. Bellissimo, meglio di qualsiasi dei tantissimi gol che ha segnato in campo. Una nuova veste, molto “normale” e quindi eccezionale, considerato il personaggio. Onestamente non so quanto Ibra possa migliorare la Svezia ma, sicuramente, la Svezia ha migliorato, sensibilmente, Ibra. Ce lo siamo goduto sotto una luce diversa. Anche chi non l’ha mai sopportato, per un attimo ha rivisto i suoi giudizi. E’ uno sbruffone, scherza su tutto e tutti, non indietreggia di un centimetro in campo ma, alla fine, è un padre che si emoziona pensando al figlio come qualsiasi papà. Fantastico… Comunque, è stato un momento unico, quindi irripetibile…
Meno fantastico il momento che sta vivendo CR7. Allegri (mio mito assoluto da sempre) ha usato, dagli studi di Sky, queste parole per definirlo: “Ha una testa meccanizzata per vincere”. A 36 anni, Cristiano Ronaldo ha le stesse motivazioni di un ragazzino. Vuole giocare e vuole vincere, non ha altri pensieri.

Non deve essere facile giocare in una Juventus in fase di ricostruzione. Il suo lo sta facendo, a suon di gol, ma non basta. Perché? I critici cercano la risposta nelle sue mancanze. Altri nelle lacune di una rosa mal allestita. Io ritengo che CR7 sia, da sempre, un valore aggiunto ma, come tale, deve essere circondato da giocatori che siano propensi a considerarlo tale. Non può vincere da solo, può farlo se tutti i suoi compagni lo aiutano a vincere. Alla Juventus, almeno la versione 2.0 di Pirlo, non mi sembra ci siano le condizioni ideali per godersi il miglior Cristiano Ronaldo. Ci sono giovani ambiziosi e senatori che non sono inclini a sacrificarsi ancora… Non mi stupirebbe se, a fine stagione, decidesse di fare le valigie. E, ne sono certo, sarebbe un grandissimo peccato. Uno così, a prescindere da tutto, è un onore poterlo vedere in campo in Italia… Tuttavia, la Juventus può ancora permetterselo? Probabilmente no…
Chiudo con Prandelli. Ho avuto la fortuna di intervistarlo un paio di volte. Un signore con modi eleganti e da “vecchio stampo”. Ecco, quel “vecchio stampo” credo stona con il calcio, social e mediatico, di oggi. Si sente fuori posto il buon Cesare, uomo che ne ha passate di tutti i colori nella sua vita, sportiva e privata. Credo che lasciare sia stata la decisione più giusta, sofferta ma corretta. A volte, bisogna avere il coraggio di fare un passo indietro. Complimenti a Cesare e tanta fortuna per quello che sarà… Il suo disagio era percepibile, la sua scelta gli fa onore…

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