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Ibra non fa miracoli o forse sì?

di Fabrizio Ponciroli
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Non avevo dubbi. In estate, quando ho avuto l’occasione di intervistarlo ad un evento legato ad uno dei suoi tanti progetti collaterali al mondo del calcio, è risultata evidente la sua voglia di Milan. Presa (a malincuore) la decisione di non essere più calciatore, Don Ibra ha subito fatto capire che, uno del suo calibro, non può stare troppo a lungo lontano dal suo grande amore, ovvero il pallone. Certo, non può più fare la differenza in campo ma, con la sua leadership, può comunque vestire i panni del trascinatore, anche se non in maglietta, pantaloncini e scarpini. Le parole di Ibrahimovic pesano come macigni, soprattutto in uno spogliatoio in cui è stato re a lungo, quello rossonero. Il Milan, alla fine, è come una seconda casa per lui. Furlani, ad del Diavolo, è stato chiaro nel pre match con il PSG: “C'è la possibilità di riavere con noi Zlatan Ibrahimovic in dirigenza. Noi ci siamo, ne saremmo orgogliosi. Siamo in trattativa con Zlatan per discutere i prossimi passi”. Insomma, al Milan farebbero salti di gioia se Re Zlatan tornasse a frequentare Milanello.
Si pensi a Pioli. Avrebbe un aiuto tangibile nella gestione della squadra. Il rapporto tra i due è sempre stato eccellente e, quindi, non ci sarebbero ingerenze non gradite. Si pensi a Leao. Uno come lui ha bisogno di qualcuno che lo pungoli. Ce ne sono tanti che lo fanno ma, per il giovane portoghese, i consigli di Ibrahimovic sono decisamente più significativi rispetto a quelli di tutti gli altri “consiglieri” al Milan.

Si pensi al popolo rossonero. Dopo l’addio di Maldini, avere una figura come Ibrahimovic a tenere alta la bandiera rossonera non può che inorgoglire.
Che sia ben chiaro. Ibrahimovic può indicare la via maestra ma non può intraprenderla al posto dei giocatori che, alla fine, sono quelli che scendono in campo e giocano le partite. Non può fare miracoli… o forse sì?
Lo scopriremo presto visto che, salvo imprevisti, la trattativa andrà a buon fine e Ibrahimovic tornerà quindi a rifrequentare Milanello, quella che è la sua seconda casa. Ecco, sarebbe stato interessante ascoltare un suo discorso motivazionale prima di Milan-PSG. Per fortuna, almeno questa volta, il Milan ha fatto il Milan anche senza di lui. Magari è bastato sapere che la trattativa è in corso per avere i primi benefici (battuta). Re Zlatan ti aspettiamo. A prescindere dalla fede calcistica, il calcio non può fare a meno di leggende del calibro dello svedese.
Chiusura dedicata a Luis Enrique. Assistere alla conferenza stampa post partita del tecnico spagnolo è stato molto educativo. Mai una parola fuori posto, mai un cenno di nervosismo (anche alle domande spinose dei colleghi francesi) ma una sana e lucida analisi della partita. All’unica risposta fatta in italiano, ha risposto in italiano. Luis Enrique è un signore, anche quando la sua squadra perde.

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Giovedì 16 Maggio 2024
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