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IL FUTURO E' ADESSO

di Caterina Baffoni
per Tuttojuve.com
Daniele Buffa/Image Sport
Daniele Buffa/Image Sport

Con la prima parte della stagione ormai alle spalle, è tempo di fare i primi bilanci, le prime analisi e riflessioni su come possa svolgersi ed evolversi la seconda parte di stagione, quella decisiva e determinante per le sorti bianconere. I primi passi mossi dalla Vecchia Signora non stati del tutto esaltanti come sappiamo, a partire dalla sconfitta di Supercoppa contro la Lazio e dal tre a zero sonoro subìto al Camp Nou. Eppure, è altrettanto risaputo e noto come le stagioni "allegriane" partano quasi sempre con il freno a mano azionato e se pensiamo alle classiche e quanto mai puntuali critiche che piovono dal cielo (in maniera abbastanza insensata) ogni qual volta venga visionata la sua gestione iniziale della Juventus, perché i numeri sono assolutamente sempre dalla sua parte, un sorriso non può che stamparsi sul volto in maniera spontanea. Dati alla mano, il tecnico toscano detiene la percentuale più alta di vittorie ottenute in relazione alle gare disputate, ma nonostante ciò inizialmente gli viene imputata spesso una scarsa idea di gioco e poca brillantezza della squadra; ma è risaputo che la storia insegna e non ha ottimi scolari: le squadre del tecnico di Livorno partono piano in autunno per poi ritrovarsi al pieno della forma quando più conta, ovvero in primavera. E infatti...

Il focus inizialmente si è spostato tutto attorno ad un rendimento quasi extraterrestre di Paulo Dybala (12 gol nelle prime 11 partite), ma con ventitré reti subìte nelle prime diciotto partite stagionali il problema della tenuta difensiva sembrava essere concreto. Il tutto, però, verrà brillantemente risolto da Allegri grazie ad una nuova ottica del centrocampo data all'ingresso a piè pari nella scena di Blaise Matuidi: equilibratore dagli orizzonti tattici ampliati del gioco bianconero affiancato da un Pjanic impostato basso in regia, che si rivelerà  una mossa vincente insieme la consacrazione di Benatia nella linea a quattro di difesa, il cui contributo ha aiutato e non poco la costruzione di una ritrovata e rinnovata solidità difensiva.

Con lo scorrere veloce del tempo sotto ai piedi, il rendimento di Madama è stato sempre più alto, incrementandone il  livello nella qualità delle giocate dei singoli, capace di fruttare la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia dove la Juve ha dimostrato di saper vincere anche schierando le cosiddette "riserve" (termine che a Vinovo non ha modo di esistere) e la qualificazione in Champions League. Una sola rete subita nelle ultime undici gare tenendo la porta inviolata 14 volte in stagione, più di ogni altra squadra della Serie A: questo il rullino di marcia bianconero, ovvero lo score difensivo impressionante dei bianconeri capaci di fermare il Barcellona e di battere Napoli e Roma senza incassare alcun gol e dare la sensazione di inferiorità. Anzi, questi successi, compreso quello fondamentale di Cagliari hanno dimostrato che è ancora Madama la squadra da battere e il solo lo punto di vantaggio dai partenopei lascia apertissima la corsa al tricolore.

Allegri è senz'ombra di dubbio l'artefice di questo cambiamento positivo, e la predisposizione a cambiare modulo gli ha consentito di valorizzare il parco giocatori su cui si è concentrata l'intera campagna acquisti bianconera:  Douglas Costa e Bernardeschi, integrati al meglio, stanno diventando le vere e proprie armi in più nello scacchiere tattico di Allegri, due frecce determinanti nell'arco juventino.

Certo, non sarà facile ripercorrere le stesse orme dello scorso anno, ma se è vero che la storia bianconera ha insegnato a crederci fino alla fine senza mollare nulla di un centimetro, è allora lecito aspettarsi quel qualcosa che possa finalmente varcare il confine tra il possibile e l'impossibile, magari raggiungendo proprio quei risultati sfiorati ma intrisi di sacrificio, passione e applicazione. Quei risultati lì, quelli che spalancano le porte alla leggenda.

Il futuro è lì che attende di essere raccontato.

Il futuro dunque è adesso, e porta il nome di Genoa.


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