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Giuntoli come un trattore: butta giù tutto in casa e fuori e contemporaneamente ricostruisce. Luiz è solo il primo di tanti "colpi" a sensazione

di Vincenzo Marangio
per Bianconeranews.it
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Il lavoro di Giuntoli verrà capito soltanto quando voltandosi indietro ci si renderà conto del panorama. Il direttore tecnico della Juventus, dopo il primo anno di semina e di insediamento, sta lavorando senza sosta a tanti livelli e, anche se non sempre piacciono "i suoi modi", è tutto ciò che serviva al club bianconero per tornare a spaventare sul mercato oggi, e sul campo domani. Il primo muro buttato giù con scarsa delicatezza è stato quello di Massimiliano Allegri. L'appuntamento sul rinnovo o i piani futuri rimandato da gennaio, il silenzio perpetuo che ha spazientito il tecnico livornese, il muro alzato e l'assenza anche all'ultimo incontro dopo la vittoria della Coppa Italia quando il club comunica a Max l'esonero. Noi tutti siamo consapevoli che è mancata delicatezza e riconoscenza, ma nel mondo dirigenziale di Giuntoli l'etica non è contemplata. Pur di tornare a vincere si deve passare su tutto e tutti. 

La scelta di Motta è una scelta precisa, voluta e quasi imposta ma, al tempo stesso, è la scelta di un tecnico a cui deve star bene (per forza) la squadra che lui (e quindi la Juventus) gli costruiranno. Non ci sono dictat del nuovo tecnico o veti, come ha preteso Conte da De Laurentiis, sceglie Cristiano chi resta e chi va. Come nel caso Rabiot: l'offerta è 7 milioni, il massimo a disposizione, un budget dentro il quale c'è attestato di stima e valutazione realistica dell'apporto che può dare il francese. Prendere o lasciare. Al punto da portare avanti non una, ma due operazioni di mercato proprio nella linea mediana: Douglas Luiz (già preso) e Khephrem Thuram (in arrivo), con vista su Koopmeiners (strategia di acquisto già elaborata). E così, per la prima volta dopo tanto tempo, è la Juventus a mettersi in posizione di forza con un suo tesserato o possibile tale: se ti sta bene questa è l'offerta, altrimenti abbiamo già rimediato. E les jeux sont faits. Ora la palla passa a Rabiot, prendere o lasciare senza che possa arrecare danno se non a sé stesso. 

Nel frattempo, dicevamo, il primo colpo di mercato arriva proprio a centrocampo e si chiama Douglas Luiz, e poco importa (a Giuntoli) se oltre a Iling Jr è stato sacrificato Barrenechea, il direttore sapeva che Motta avrebbe preferito tenerlo e cedere McKennie ma se l'americano fa saltare il banco, il piano B doveva andare in porto e così è stato. E Motta? Allenerà la squadra che gli darà Giuntoli, non ci sono condizioni dettate che verranno prese in ossessiva considerazione. Tanto che lo stesso Soulé ha il prezzo esposto, nonostante il "veto" di Motta: davanti a 40 milioni l'argentino parte, anche perché parte del guadagno (che rappresenterebbe anche un'enorme plusvalenza) finanzierà l'operazione Koopmeiners, obiettivo principale di Giuntoli. 

E mentre il "trattore" passa anche su Pogba che, pur rivendicando il suo contratto con la Juventus, ammette di non aver sentito neanche la società (che aspetta solo le ufficialità di condanna per rescindere il contratto) una riflessione va fatta anche su Di Lorenzo. La possibile operazione alimentava in effetti qualche perplessità per costo (30 milioni) durata di contratto (4 anni) ed età\rendimento del giocatore (31 anni) e oggi, con il senno del poi sembra più una manovra di disturbo ai danni del Napoli e di Conte. Perché da un lato il club partenopeo sarà "costretto" a rivedere al rialzo il contratto già rinnovato del giocatore, dall'altro, il malcontento della piazza napoletana che mal digerisce chi vuole tradire per andare alla Juve, alla prima prestazione negativa attaccherà giocatore e neo tecnico che ha voluto con forza che rimanesse. Insomma, comunque vada, perde il Napoli e vince Giuntoli. 

E siamo ancora all'inizio....


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Venerdì 5 Luglio 2024