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Riparte l'Europa League: Dejan Stankovic sembra già un predestinato della panchina

di Marco Conterio
Valeria Abis/PhotoViews
Valeria Abis/PhotoViews
Quella di Dejan Stankovic è un'ascesa inarrestabile da allenatore. Ventisette partite e ventuno vittorie. Ventisette partite e settantuno gol fatti. Ventisette partite e diciassette gol subiti. Drago è tornato a casa, nel club del suo cuore, ed è diventato subito grande. Chiaro: tutto va commisurato con quanto sia difficile un campionato come quello serbo. Però lo score è talmente travolgente da non poter passare sotto traccia. Dallo scorso dicembre, ovvero da quando è iniziata l'avventura in prima da allenatore del quarantaduenne, è stato uno schiacciasassi. Ha otto punti di vantaggio sul Partizan, con cui ha impattato nel Superclasico dell'ultimo turno e otto pure sul Vojvodina, vincitore dell'ultima Coppa.

Un predestinato Campione di Serbia con tre turni d'anticipo lo scorso anno, è stato compagno di squadra di Simone Inzaghi del quale ha detto che "adesso è anche un modello, si possono imparare tante cose da lui. Che calcio voglio giocare con la mia squadra? Simile a quello di Inzaghi". Davanti ha preso Diego Falcinelli che è stato titolare anche col Partizan, e in campoi è 4-2-3-1 con Katai e Ivanic come uomini fondamentali per le sorti offensive dei biancorossi. Presto per dire quel che sarà del futuro ma la sensazione è che Deji sia un predestinato. E che l'Italia possa essere realmente la sua prossima terra di conquista.
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