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Cosa insegna il caso Dimarco: quando Inzaghi (contro tanti), lo preferiva a Gosens

di Daniele Najjar
per Linterista.it
www.imagephotoagency.it
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C'è stato un tempo in cui anche Federico Dimarco veniva messo in dubbio. Fra ieri ed oggi ci sono stati due interventi che paiono molto significativi e che possono fungere da insegnamento, per casi futuri. Il primo è relativo alle parole dello stesso Dimarco di ieri: al suo rientro all'Inter non si sentiva ancora pronto a rendere come sta facendo oggi. Il secondo invece è quello di Ausilio, che oggi ha esaltato la bravura di Inzaghi nel credere in lui, quando erano in pochi a farlo, oltre a quella della società nel non perderne il cartellino quando non rendeva come si pensava, in prestito.

Inzaghi contro tutti: ricordate Gosens?

"lluminato", questo  l'aggettivo usato da Ausilio per definire Inzaghi. Possono sembrare  parole di circostanza, ma non lo sono affatto. Basta ricordare come l'Inter, nell'ottica di sostituire il possibile partente Perisic, a gennaio 2022 avesse investito una bella cifra su Gosens. Dimarco all'Inter c'era già, ma non è che convincesse tutti. Veniva alternato fra la posizione di braccetto sinistro e quella di vice-Perisic. E basta fare una breve ricerca sui social con gli hashtag giusti, per vedere come nemmeno lui fosse salvo dalle critiche. Il croato era il titolare inamovibile e dall'arrivo del tedesco in tanti si aspettavano (e richiedevano) che diventasse lui il padrone della fascia. Nella stagione successiva al suo arrivo Dimash ha messo invece la freccia: solo 16 volte Gosens è stato titolare fra campionato e coppe, contro le 40 del compagno.

L'insegnamento per tutti: pazienza e fiducia quando c'è qualità.

Questa storia può essere un insegnamento per tanti. Per i giocatori, che a volte non credono abbastanza nelle proprie qualità e non riescono ad emergere come invece è riuscito a fare Dimarco. Per i dirigenti, che in questo caso hanno avuto la controprova che portare pazienza con un prestito inizialmente non fruttuoso, ha portato i suoi frutti. Per gli allenatori, con Inzaghi che è stato "illuminato" nell'andare avanti per la propria strada avendone intuito le qualità "dopo tre allenamenti" (cit. Ausilio). Ed infine per i tifosi: non sempre si può giudicare un giocatore dal rendimento iniziale, soprattutto quando arriva da realtà più piccole come nel caso di Dimash. 


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