Menù Notizie

Come creare un'Inter che duri nel tempo

di Lapo De Carlo
per Linterista.it
Foto

Da quando seguo l’Inter coscientemente mi struggo nel pensiero su come mantenere l’Inter forte, a prescindere da giocatori, allenatori, dirigenza e proprietà che inesorabilmente passano.
La conquista della seconda stella è un attestato di forza impressionante, un certificato che accresce ulteriormente la reputazione in Europa e nel mondo.
Se parliamo di valore del brand, questo è cresciuto molto, ma può e deve fare ancora strada per attestarsi stabilmente tra le prime.
L’anno scorso, in questo periodo, l’Inter era al 14° posto nella classifica dei grandi club europei, con un valore del brand pari a 509 milioni di euro, grazie ad un incremento del 3 per cento. 
Davanti all’Inter club come Arsenal, Tottenham e Manchester United, nonostante l’assenza di successi delle tre inglesi, segno di come il valore della Premier determini un apprezzamento enorme, ma anche Atletico Madrid e Borussia Dortmund precedevano l’Inter di poco.
Oggi il valore del club, con la seconda stella (e la Supercoppa) è cresciuto, presto sapremo quanto.

Io però mi concentro soprattutto sui risultati, che nella storia dell’Inter sono stati ricchi di grandi soddisfazioni ma con troppe stagioni buttate al vento per quell’anima naif, romantica e volubile che, nonostante la rabbia per le delusioni, ci ha fatto tanto innamorare del nerazzurro.
Aver scritto da poco un libro come “Ogni singolo istante” nel quale ripercorro 50 anni di storia personale e dell’Inter, mi ha aiutato a rivivere, proprio mentre lo scrivevo, quei Campionati così ricchi di aspettative e quelle partite suggestive con trionfi ma anche eliminazioni senza logica contro squadre più deboli.
“E la natura dell’Inter” sostengono in molti, tanto da aver trovato conforto in “Pazza Inter” come riassunto generazionale.

L’arrivo di Marotta, che lascerà l’Inter nel 2027, trascorrendo un anno in più di quanto ne ha fatti in bianconero, ha riportato la dimensione del club ad uno status vicino alla ristrettissima élite dei Real Madrid, Barcellona, Bayern, Liverpool, PSG e Manchester City. Le ultime due hanno trovato posto grazie solo ad investimenti faraonici e un potere che hanno esercitato, bypassando i lacci della UEFA, le altre hanno una storia e un blasone che dura da più di mezzo secolo. 

L’aspetto straordinariamente importante per l’intera storia dell’Inter viene dalla dimostrazione che si può vincere anche con un allenatore dal temperamento mite e una cultura più aziendalista come Simone Inzaghi e non con generali come Herrera, Trapattoni, Mancini, Mourinho o Conte. Non era mai accaduto prima, oltretutto con il gioco più entusiasmante mai visto.
Se prima dipendeva dagli investimenti di Angelo e Massimo Moratti, la capacità di Allodi, le qualità di Branca e Ausilio e dal grande allenatore di passaggio, oggi è stato dimostrato che si può e si deve procedere senza uomini del destino ma progetti che durino nel tempo.
L’unico realizzato con questo criterio fu quello di Fraizzoli, Bersellini e i giovani italiani, culminato con lo scudetto e la semifinale di Coppa dei Campioni l’anno seguente.

Il calcio di oggi, specie con un debito da gestire, non permette più strapiombi come quelli del passato. La stabilità dei risultati di questi ultimi cinque anni ha generato un circolo virtuoso che permette di essere ottimisti, ma la domanda è se questo stato delle cose perdurerà solo fino al 2027, anno nel quale Marotta andrà via.

Il vantaggio enorme oggi viene dall’avere l’organico più forte e i dirigenti più bravi. La società può provare a generare una mentalità, creare una cultura che perduri nel tempo e si insedi in chi arriva in nerazzurro ad ogni livello.
Considerando che il calcio sta andando nella direzione della Uefa, con questa Superlega mascherata, sempre più partite contro avversarie europee e persino mondiali per club, è evidente che la serie A perderà una parte del suo valore e i competitors principali non saranno più solo le tradizionali Milan e Juventus ma proprio i Real Madrid, PSG e i Manchester City che hanno molti più mezzi.
Se si vuole arrivare preparati ed essere in grado di vincere nel tempo questo è il momento per preparare una struttura economica (stadio, crescita del brand, stabilità dei risultati ecc…) e prepari l’Inter ad un livello ancora più alto e non cappotti se va via un grande dirigente o allenatore.

Amala


 


Altre notizie Inter
Sabato 4 Maggio 2024