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Mazzola: "I primi a portare la stella a Milano e i primi a conquistare la seconda"

di Adele Nuara
per Linterista.it
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"Ho i miei riti, ho invitato solo i miei figli, tutti devono vestirsi in un certo modo. Questa vigilia è stata lunga, continuavo a dirmi: non ci devo pensare. Potevo distrarmi per un paio d’ore, ma poi il pensiero tornava sempre alla partita decisiva, al ventesimo scudetto", afferma Sandro Mazzola ai microfoni del Corriere dello Sport.

Dal 1966 al 2024, cosa significa per l’Inter la seconda stella?
"È qualcosa di fantastico, un grande traguardo per il club nerazzurro. Siamo stati i primi a portare la stella a Milano, siamo i primi a conquistare la seconda. Un momento storico".

Che immagine ha di Inter-Lazio del 15 maggio 1966?
"Un’emozione indescrivibile, che atmosfera a San Siro! Eravamo tutti impressionati, stavamo negli spogliatoi in silenzio, concentrati, ognuno seduto al proprio posto. Entrò il presidente Moratti e ci disse: “Ma cosa fate, non andate a giocare?”. Ma noi con la testa eravamo già in campo prima del fischio d’inizio".

Noi avevamo un segreto.
"La voglia di dimostrarci sempre superiori agli avversari, anche dopo tante vittorie. Ed era un qualcosa che partiva dagli allenamenti. Se c’era un compagno che non si impegnava o non era concentrato, beh eravamo tutti pronti a farlo rimettere in pista subito, non aspettavamo che fosse Herrera a dirgli qualcosa".


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