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Perché gli obiettivi come Witsel sono quelli sbagliati per rivoluzionare la Juventus

di Marco Conterio
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Axel Witsel ha tutto per far fare il salto di qualità alla Juventus del presente. Fisico, esperienza, personalità, carisma, cattiveria, duttilità. Però è l'uomo sbagliato per rivoluzionare la Vecchia Signora, che ha perso un tassello fondamentale della propria storica identità. La Juve si è perduta, tecnicamente ed economicamente, quando ha pensato di diventare l'ultima stazione della carriera dei giocatori d'esperienza. Il punto più alto, anche a livello d'ingaggi. Il massimo da raggiungere, oltre lei nessuno e al massimo qualcuno al suo livello. E non c'entra Cristiano Ronaldo ma i milioni versati nelle casse di Adrien Rabiot e di Aaron Ramsey. Forte del suo impero italiano e della sua voglia di grandeur in Europa, la Juventus è sempre andata al rilancio sugli stipendi, sugli obiettivi. E poi ha pagato. Sul campo in Champions, perché non sempre è domenica e per lei non è da tempo, ma anche nel bilancio. Non è solo il monte stipendi, beninteso, ma adesso la Vecchia Signora garantisce ai giocatori che ha preso stipendi che nessun'altra società vuole garantire. O forse anche può garantire. Perché pure Florentino Perez, aspettando di aprire il proscenio del nuovo Santiago Bernabeu, ha deciso di calmierare il tetto stipendi, rinunciando a CR7 prima e a Sergio Ramos poi. Il miglior investimento degli ultimi anni dei Blancos, che ora riapriranno nuovamente il portafogli ma per un target diverso, ovvero per Kylian Mbappé, è stato Vinicius Jr. Non è un caso.

Su Paul Pogba urge sospendere il giudizio perché col Polpo, pur sull'altare di uno stipendio fuori dalla norma, potremmo essere nel campo delle eccezioni. Dell'unica eccezione da fare. Però quando si ragiona di progetto, si parla di complesso e allora è giusto andare a fare un investimento su Manuel Locatelli, sia per le modalità che per la spesa che per l'ingaggio a crescere nelle casse del giocatore. Come ha fatto l'Inter con Nicolò Barella dal Cagliari, lo stesso ha fatto poi la Juve col mediano del Sassuolo. Kaio Jorge è un'altra soluzione win-win: spesa bassa, ingaggio contenuto, resa tecnica o nessuna minusvalenza effettiva, di fatto il rischio d'impresa si abbassa. Per questo la Juventus deve tornare ad affidarsi sempre di più alle intuizioni tecniche piuttosto che alla sua potenza economica, al suo comparto scouting e alle capacità di arrivare per prima su giocatori di spessore internazionale. Il costo si è elevato fino a toccare vette ora impossibili ma l'idea di portare a Torino Aurelien Tchouameni rappresenta quel target che ora la Juventus in rivoluzione deve inseguire. Altrimenti proseguirà questa pallida restaurazione, con giocatori che pensavano d'aver toccato il massimo della carriera e che invece non si sono adattati. E che sono diventati invendibili, in questo nuovo mondo dove essere un parametro zero è un'arma a doppio taglio e dove il talento abbonda a ogni latitudine.

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Domenica 5 Maggio 2024
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