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Allegri tra ambizioni e idee confuse in attacco. Per la Juventus ecco il test Chelsea

di Tommaso Bonan
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Le idee, almeno in attacco, sono confuse. Ma la voglia di vincere, per Massimiliano Allegri, resta la stessa. Dopo i tre gol all'esordio nel gruppo in casa del Malmoe, la Juventus è chiamata a dare continuità ai risultati in Champions League ospitando i campioni d'Europa del Chelsea. Il tecnico bianconero deve affrontare l'emergenza in attacco senza Dybala e Morata, ma i tre punti contro i Blues rappresenterebbero un passo enorme verso il primo posto finale nel girone e gli ottavi di finale: "Servirà una partita di livello internazionale contro una squadra fortissima. Potrei stravolgere la formazione". In effetti, sono due le opzioni al vaglio in queste ore, mentre Tuchel sottolinea: "La Juve può vincere anche senza di Cristiano Ronaldo".

Ecco tutte le dichiarazioni di Allegri (protagonista in conferenza stampa con Chiellini):

Sull'attacco "Ho le idee confuse... Scherzi a parte, è stato un buon allenamento. C'è Rabiot, Ramsey è out. Domattina deciderò: come ha detto prima Giorgio, ci vorrà una partita tecnica. Sono solidi, Tuchel ha fatto un grande lavoro. Sono forti in contropiede, sono forti nelle palle inattive. Sarà un bel test lì, magari domani sera non lo prendiamo. Servirà una gara con pazienza, sarà difficile trovare varchi e dovremo esser bravi a stare in campo".
Sulla difesa a tre "E' il primo dubbio che ho. Però come ho già detto la difesa a tre è una questione relativa".
Sulle punte "L'unica punta di ruolo è Kean, metterò i due o tre davanti a seconda delle caratteristiche. Domattina deciderò la formazione".
Su Bernardeschi "A volte gioca da fantasista ma non è il suo ruolo. Ha delle grandi potenzialità inespresse: con la Sampdoria ha fatto una buona partita come ha fatto quando è stato chiamato in causa. Tutto parte da quello che ha nella testa, dalla cattiveria nel giocare le partite quando hai la palla".
Su Rabiot "E' a disposizione, la caviglia sta bene ed è a disposizione".
Sulla formazione "Ne devo dire tre? Szczesny, Locatelli, Alex Sandro".
Sui giovani "Giovani non sono, hanno solo meno esperienza internazionale. Domani voglio una squadra che gioca una bella partita, pulita. Servirà pazienza, dovremo divertirci. L'emozione è naturale, servirà una gara internazionale. Davanti abbiamo una squadra dove ti sbagli ti punisce. Voi direte, anche in Italia avete sbagliato una volta e ti hanno punito... Avete ragione".
Su Rabiot "E' come Bernardeschi. Quando un giocatore è alla Juventus, è difficile possa essere discusso. La differenza nelle carriere dei giocatori passa da quello che hanno nella testa, dall'obiettivo personale al servizio della squadra e dalla cattiveria con cui si allenano, con cui tirano in porta, con cui passano, con cui difendono. La carriera passa da questo: sono dettagli che fanno la differenza. Quanti giocatori bravi si sono persi? Gli mancava un pezzetto. Io fossi Rabiot sarei arrabbiato con me stesso: è al terzo anno in Italia, in due anni ha segnato poco. Non esiste, mi arrabbierei con me stesso. In questa stagione migliorerà su questi dettagli".
Su Arthur "E' ancora molto indietro. Sono stati fatti dei test: nella sosta faremo due amichevoli, proveremo a rimetterlo in condizione nel minor tempo possibile".
Su Danilo "Domani gioca. Dove? Vedremo".
Su Bentancur "E' cresciuto molto, domenica poteva tenerla bassa e segnare. Da solo non può fare la regia di una squadra però, ha bisogno di una collaborazione. Locatelli sotto questo punto di vista gliela può dare. Manuel adesso non è pronto per farla da solo, insieme se la dividono".
Su Kean "Deve giocare e segnare. Una cosa che sa far bene è far gol. Calcia bene, attacca bene la profondità, chiude bene l'azione. Deve migliorare quando deve giocare con la squadra, a livello di tecnica individuale".
Su Chiesa "Mi aspetto quel che sta facendo ora e ancora meglio. Ha fatto molto bene, per arrivare qui e fare un'annata come lo scorso anno non era facile. Dopo questo Europeo dove ha segnato dei gol decisivi, è nella condizione di non esser più il ragazzo che tutto quel che fa, va bene. Il margine d'errore s'è assottigliato. Ecco perché questa stagione per lui è più difficile".
Sul pressing da portare al Chelsea "Serve dare pressione ma bisogna giocare bene, fare più passaggi ma se gliela dai, non puoi giocare 95 minuti in pressione. Quando hai palla devi respirare per costruire e andare a recuperare subito".
Sul bonus in caso di vittoria Champions nel contratto "Certo ce ce l'ho: ognuno ha ambizione, ognuno ha desiderio. Domani giochiamo contro i Campioni d'Europa, sarà una serata magnifica indipendentemente da come finirà. Serviranno entusiasmo, voglia ed emozione di giocare queste partite. E' questo che ti porta a far cose straordinarie, tutti dobbiamo lavorare per fare il massimo. Vincere la Champions, il Campionato. Solo così arrivi in cima. Dire 'passiamo il girone e vediamo', no. Niente. Il desiderio nostro è arrivare in finale. Non so se ci arriveremo ma è un obiettivo da andare a prendere. Uguale lo Scudetto, è questo che fa la differenza. E' amor proprio, ambizione, per stare in una grande squadra. Non puoi vincere tutti gli anni, poi ci sono gli altri, poi vincere è straordinario. Però è quello".
Sulla Premier "In Italia si va allo stadio per tifare contro, in Inghilterra pro. In Italia c'è cultura diversa, completamente. In Spagna ancora e via dicendo. Poi che loro abbiano più risorse è un dato di fatto, il rapporto sui diritti tra noi e loro è uno a tre. Noi però c'arrangiamo, è nella nostra storia e nel nostro dna. Non dobbiamo diventare le altre: siamo l'Italia e l'Italia siamo. Piaccia o no. Poi quali partite son belle? Belle partite quali? Alcune finiscono 3-2, altre 0-0. A tanti lo 0-0 non piace, perché non colgono il dettaglio nel difendere. Poi dopo il Covid il calcio è cambiato? Sì. Le pressioni... Nemmeno la pentola. Giochi senza tifosi, ora 75% e meno male. Ma non puoi sapere se il calcio cambierà in futuro. Ora pochi dati lo confermano: poi a marzo quando c'è da vincere, quando i punti pesano, voglio capire se con gli stadi pieni sarà tutto così. In Italia uno fa un tiro in porta '35 milioni'. Le partite finiscono 3-2 'è cambiato il calcio'. Calma: non ci sono dei dati. Poi lo penso io, quelli più bravi magari la vedono diversamente".

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