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GdS - Perugia, senti Bucchi: "Verona, ti ricordi? Vinsi e andai in A"

di Stefano Bentivogli
per Tuttohellasverona.it
Federico Gaetano
Federico Gaetano

Dieci anni e qualche ricciolo di capelli fa, Cristian Bucchi decideva su rigore Napoli-Verona: 1-0 e via verso una promozione diretta in Serie A nell’anno irripetibile in cui, grazie anche a Juventus e Genoa, non si disputarono i playoff. Oggi il tecnico del Perugia ritrova l’Hellas, non si pone il problema del rigore (anche perché il Grifone ne ha avuti solo uno a favore e uno solo contro: minimo stagionale) ma alla categoria superiore un occhio lo butta.

Bucchi, partiamo dal 13 gennaio 2007: ricorda quella partita?

"Eravamo in dieci, espulso Calaiò, gol nel finale… Una vittoria pesante per un campionato straordinario, una giornata che non si dimentica".

Ricorda altre partite contro l’Hellas quando giocava?

"Sì tante... Ho fatto gol anche con il Modena: finì 1-1 e pareggiò Adailton (2005-06, ndr). Poi altre con l’Ascoli e il Perugia: il Verona è un avversario di grande tradizione e ha sempre avuto squadre forti".

In panchina invece l’ha affrontato solo all’andata: un 2-2 spettacolare. Ora che i punti pesano e la volata per la A è partita si vedrà una sfida diversa?

"Spero che sia come quella dell’andata, con due squadre che fino alla fine proveranno a vincere: tre punti adesso sarebbero un bel macigno per entrambe. Nessuna delle due è capace di speculare e rinchiudersi, quindi chi sfrutterà le occasioni la porterà a casa".

Anche lei, come Pecchia, cambia spesso modulo: è partito col 4-3-3, venerdì a Novara ha proposto il 3-4-1-2. Che significa?

"Nel calcio moderno servono più soluzioni, anche perché gli avversari ti studiano. L’importante è avere un’idea e concetti di gioco sempre uguali".

I suoi quali sono?

"Giocare e giocare. Con il fraseggio, l’occupazione degli spazi, un grande movimento dei giocatori andando a occupare ogni zona del campo. Non mi piace la staticità, non importa se non si rispettano i ruoli. Il tutto mantenendo sempre un certo equilibrio. Insomma: libertà di agire in fase di possesso palla, più ordine in fase di non possesso".

Ci sono allenatori integralisti e altri più duttili: lei a chi si ispira? Non dica “tutti quelli che ho avuto” perché non vale…

"Faccio una sintesi: l’idea ultra offensiva di Di Francesco, il grande equilibrio e la fase difensiva di Giampaolo. Insieme a Pioli sono quelli che ho avuto e mi hanno lasciato di più".

Lei guida il gruppo degli emergenti in questa Serie B insieme a Semplici e Longo.

"Mi fa piacere, sono molto bravi, ma devo dire che mi è piaciuto molto anche Venturato".

La descrivono come un grande lavoratore, in campo e fuori.

"Il mio mondo sono mia moglie Roberta e i miei tre figli: è vero che lavoro tanto, in campo e alla scrivania, però grazie a loro recupero in fretta. E poi devo ringraziare l’avvocato de Rensis, che da tre anni mi segue e i suoi consigli sono sempre utili: era il legale di Conte, come lui io vivo la vittoria come una ragionata ossessione".

Firmerebbe per fare, da allenatore, la stessa carriera fatta da calciatore o punta più in alto?

"Mi sono tolto tante soddisfazioni, ma spero di fare di più. Ho fatto tanta B, con sei promozioni (Vicenza, Cagliari, Ascoli, Napoli, Bologna e Cesena, ndr) e un po’ di A: vincere altrettanto sarebbe fantastico, ma anche stare un po’ di più in A... Di sicuro non ho avuto rimpianti da calciatore, spero di non averne da allenatore".

Ci sono le giovanili del Pescara e tre tappe di Lega Pro nella sua gavetta. E’ giusto che tutti gli allenatori la facciano?

"Sì. La mia è stata al contrario, perché per tre mesi (2013, ndr) ho fatto la A a Pescara dopo la promozione della Primavera. Lì ho capito che c’era un mondo in mezzo, che il salto era altissimo e che c’era tanta strada da fare. E sono ripartito: Gubbio, Torres, Maceratese...".

Il suo unico esonero a Gubbio, proprio dopo una clamorosa sconfitta (0-5) col Perugia.

"Ce l’ho sempre bene in mente! La mia carriera è iniziata lì, mettendomi in discussione cercando di capire gli errori. Ma poi col Perugia ho fatto pace: mi lanciò da calciatore, spero di decollare ancora".


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