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Pres. Entella: "Senza taglio dei costi falliranno molti club in Serie C ma alcuni anche in A e B"

di Luca Bargellini
Antonello Sammarco/Image Sport
Antonello Sammarco/Image Sport
Ospite di TeleNord il presidente dell’Entella Antonio Gozzi, ha analizzato il tema della crisi del calcio italiano: “L’assemblea di lega? Credo che sia stata un incontro importante per una serie di ragioni. In primis c’è stato il confronto con tutti e 20 i club, trovando una comunanza di visione sulla crisi attuale e sulle prospettive. In particolare c’è grande preoccupazione circa la conclusione dei campionati, sulla quale non sappiamo fare previsioni, ma soprattutto sul calcio che verrà per il quale sembra impossibile una ripresa a porte aperte e per il quale ci chiediamo quale sarà il domani. Il calcio a porte chiuse, ad esempio, è un calcio di minor valore e non è quello che vogliamo. La convinzione di tutti è che la fase di transizione sarà lunga e lenta durante la quale dovremo imparare a convivere col contagio. In quest’ottica le manifestazioni pubbliche con grande afflusso di persone saranno le ultime a riaprire. Per questo c’è grande preoccupazione per un futuro che sarà diverso, con valori ridimensionati e nel quale bisognerà spalmare i sacrifici su tutti. Partendo da queste constatazioni la decisione che è stata assunta dalla Lega di B ha portato alla sospensione del pagamento degli stipendi ai calciatori a partire dal mese di marzo con un ragionamento sulla riduzione dei compensi che sarà variabile in base a quale scenario si presenterà davanti a noi nelle prossime settimane. Ci sarà una riduzione maggiore o addirittura il non pagamento in caso il campionato verrà chiuso definitivamente con le gare disputate lo scorso 8 marzo oppure una ipotesi più mitigata in caso di ripartenza e conclusione entro luglio. Noi abbiamo già danni sul fronte dei botteghini che sono chiusi e rimarranno tali, su quello degli sponsor che non pagheranno le ultime spettanze e dei diritti tv che probabilmente saranno ridotti rispetto a quanto pattuito.

Un altro tema che è stato sollevato e che sarà oggetto di nuova discussione in Lega di B è quello legato ai contratti pluriennali. Molte società di B hanno contratti pluriennali molto onerosi stipulati in una situazione completamente differente, con il valore del prodotto calcio ben diverso da quello attuale. Nei giorni scorsi ho detto che una visione concertata con i calciatori e l’AIC sia interessante per tutti. Se non si dovesse trovare una quadratura le conseguenze sarebbero gravi, con il fallimento di molte società di Serie C e qualche club di B e di A. Questo significherebbe per i calciatori un numero elevato di disoccupati. I bilanci delle società di calcio sono per la stragrande maggioranza dei casi dei bilanci in perdita che vengono ripianati dalle proprietà con delle ricapitalizzazioni. In un momento in cui molte delle proprietà delle società di calcio sono alle prese con una difficilissima partita che ha come obiettivo il mantenimento in vita delle proprie aziende, che non sono quelle calcistiche, con tantissimi lavoratori in cassa integrazione che non supera i mille euro si pone anche un problema etico: come fa un proprietario di un club e di altre società a spendere soldi oltre certi limiti per mantenere in piedi le società di calcio che non sono la priorità.

Lo Stato a supporto del mondo del calcio? C’è una decisione della FIFA che punta ad un intervento a supporto delle varie federazioni e conseguentemente delle leghe. Non so quantificare quanto possa essere questo aiuto ma qualcosa è, ma se ci fosse un sentiero di liquidità anche da parte del governo potrebbe essere una soluzione in più”.
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