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Largo ai giovani e ai meno giovani: Piccini e Kean, più Immobile

di Andrea Losapio
Daniele Mascolo/PhotoViews
Daniele Mascolo/PhotoViews
Piccini, Kean e Immobile. L'Italia riparte dagli assenti, verrebbe da dire, perché le defezioni di Florenzi e Chiesa, più quella obbligata data dalla squalifica di Insigne, creano un quadro di gioventù davvero impensabile solamente qualche mese fa. Perché il terzino del Valencia ha due gettoni di presenza in Nazionale, entrambe le volte in un'amichevole e per pochi minuti. Domani dovrebbe giocare da titolare al posto del romanista, rientrato a Roma in giornata dopo l'infortunio in allenamento di ieri. Kean invece non ha mai esordito, sebbene Mancini abbia esortato più volte la Juventus per farlo giocare di più. Sottilissimo il pensiero: meglio in prestito che soli allenamenti, ma la vittoria con il Napoli ha squarciato il muro di un tridente fisso con Mandzukic e Dybala, oltre al mammasantissima Cristiano Ronaldo.

Capitolo diverso per Immobile, che con Conte era la seconda riserva, dietro a Zaza, mentre con Ventura è stato uno dei simboli del mancato arrivo al Mondiale. Un po' per i gol sbagliati, anche e soprattutto nell'atto finale del Meazza, oltre al modulo a due punte che, semplicemente, non funzionò più dopo la Spagna a Madrid. Mancini non li avrebbe voluti come titolari, probabilmente, sperando di avere più certezze, le stesse ricevute dagli attaccanti nelle sfide contro Ucraina, Polonia, Portogallo e USA. A dir la verità servirebbero di più i gol, solo quattro nelle ultime sei partite, pur creando una quantità incredibile di palle gol. Sia mai che Mancini, dopo la Finlandia, non possa avere qualche dubbio in più. Soprattutto in avanti.
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