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ITALIANO LASCIA I VIOLA CON UNA BELLA EREDITÀ: LA VITTORIA DEL COLLETTIVO SUL SINGOLO. LA FIORENTINA PIACE PIÙ FUORI CHE A FIRENZE. L’ESODO AD ATENE È LA RISPOSTA AGLI SNOB. IL MONZA NON È UNA FORMALITÀ

di Mario Tenerani
per Firenzeviola.it
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Chi era a Bruges ha avuto la fortuna di respirare il profumo delle emozioni. Percependo in diretta la sbornia di felicità di tutta la Fiorentina che saltava sul campo sotto la curva dei tifosi viola. L’entusiasmo di chi ha fatto un’impresa per il secondo anno consecutivo sapendo di aver offerto uno sforzo massimale. Se parti consapevole che non sei il migliore e che hai diversi difetti, quando raggiungi il primo traguardo, cioè l’accesso alla finale, il cuore ti scoppia di soddisfazione. 

Vista da fuori la Fiorentina si mostra come un blocco granitico, sono tutti uniti: da Italiano ai giocatori, passando per lo staff e i magazzinieri. Il gruppo squadra è un corpo unico che respira, gioisce, soffre all’unisono. Che conosce le difficoltà e con queste si è abituato a convivere. 
Italiano tra pochi giorni lascerà la Fiorentina, ma i suoi tre anni finiranno con una bella eredità: la vittoria del collettivo sul singolo. La partita di Bruges è stata il paradigma di questo concetto.

I viola sono una buona squadra, ma non fortissima. Hanno virtù e limiti. Buoni gesti tecnici abbinati ad errori seriali, ma se i giocatori di Italiano hanno ottenuto tre finali in due anni è perché il gioco corale ha prevalso sugli istinti di un solo elemento. Solo così Italiano avrebbe potuto raccogliere dei frutti, osando. Anche sapendo di dover beccare qualche gol balordo. Ma se, al contrario, avesse messo a terra un atteggiamento conservatore e rinunciatario, non avrebbe ricevuto in cambio lo stesso successo. Manca la controprova è vero, ma siamo pressoché certi di essere nel giusto. La Fiorentina di Italiano ha superato se stessa, alzando la propria asticella, provando a scavalcare i difetti. E’ vero, non ha ancora vinto nulla e può darsi che Atene non le sorrida, ma a prescindere il triennio di Italiano è stato caratterizzato da questo lavoro che ha pagato e che agevolerà il suo successore. Anche se andranno via 8-10 giocatori e altrettanti ne arriveranno, ma il seme resterà intatto. E la società non potrà sbagliare il sostituto di Italiano. Dovrà individuare qualcuno che sappia proseguire questo viaggio. 

La Fiorentina in Europa ci sta bene, come sul divano di casa sua. In tanti sostengono che abbia una vocazione continentale e stando quello che ha vinto (nel ’61 la Coppa delle Coppe) e le finali conquistate (con Atene saranno sei) probabilmente hanno ragione. I viola hanno praticato un calcio in linea con quello che richiedono le competizioni internazionali. Infatti hanno lasciato in giro un bellissimo profumo, come dicevamo. Nel resto d’Italia Italiano e la Fiorentina godono di grande stima, c’è un apprezzamento diffuso per quanto è stato fatto da Vincenzo e il suo branco. A Firenze meno. Perché? Intanto il giardino più lontano è sempre più rigoglioso, è sempre stato così. E poi perché a Firenze si è creata in una parte della tifoseria - non certamente nella Curva Fiesole - una corrente di pensiero secondo la quale Italiano prende troppi gol, perde tante partite e in fin dei conti la marcia in campionato è una mediocrità. Questo è uno dei motivi, non il principale sia chiaro, per cui Italiano ha deciso a fine stagione di salutare Firenze.

Da quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita a Bruges è scattata la caccia a biglietto aereo e dello stadio per Atene. I tagliandi in totale saranno 9.400 e firmeranno un esodo stupendo, per altro un classico per i tifosi viola. La miglior risposta per gli snob, coloro che considerano la Conference League una “coppetta”, il trofeo dei “noantri”, una sorta di dopolavoro dell’Europa. La Conference è la terza competizione per la Uefa, dopo Champions ed Europa League, d’accordo, ma per l’organizzazione del calcio continentale è importante, punto e basta. La Conference ha un valore, anche in questo caso più fuori da Firenze che in una parte di città. Ecco perché è bello raccontare che ad Atene saranno in pratica in 10.000 con la sciarpa viola al collo. 

A proposito, lunedì al Franchi ci sarà il Monza, proviamo a non dimenticarlo. Non è una formalità. Il campionato offre ancora qualche chance alla Fiorentina per entrare nel lotto delle squadre che nella stagione ventura faranno le coppe. Vale la pena tentare anche se è difficile perché la testa è al 29 maggio. Eppure per i viola ci sono ancora 12 punti in palio, potrebbero essere molto utili.


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