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A BRUGGE LA GARA PIÙ IMPORTANTE DELL’ANNO. COMMISSO E LA VICENDA STADIO RINVIANO (DI NUOVO) LE QUESTIONI SPORTIVE ALL’ESTATE

di Tommaso Loreto
per Firenzeviola.it

Oggi più che mai conta solo il presente, da difendere con il coltello tra i denti al pari del gol di Nzola raccolto nel recupero della sfida d’andata. A Brugge, nelle Fiandre, la Fiorentina si gioca un’altra fetta della sua storia, e pure l’opportunità di prendersi una rivincita sull’amarezza di una finale, quella di Praga, ancora difficile da dimenticare. Si dirà che la Conference League non è esattamente la più scintillante delle competizioni europee, ma ciò non toglie che domani contro il Brugge sia in ballo l’intera posta di una stagione che molti si auguravano potesse essere diversa rispetto all’ultima.

Il valore di un’altra finale - L’ultima trasferta, quella di Verona, oltre ad interrompere una mini striscia da due vittorie consecutive ha riportato l’intero ambiente a un dovuto quanto doloroso realismo, e non esclusivamente per il risultato certamente condizionato da un episodio, quello del presunto tocco di mano di Lazovic sul quale si è deciso di non intervenire con l’ausilio del VAR, che alla fine ha fatto la differenza. Se al tecnico può essere imputata una nuova turnazione probabilmente troppo massiccia se rapportata alla solidità del Verona ben diversa da Salernitana e Sassuolo battute nei turni precedenti è nelle alternative messe a disposizione di Italiano che risiedono le problematiche principali di quest’annata. Cominciata in salita con una sconfitta a Vienna, nei play-off di qualificazione ai gironi di Conference, che avrebbe dovuto far suonare con più forza determinati campanelli d’allarme.

I meriti del gruppo - Eppure questo gruppo capace di sfiorare la seconda gita a Roma per l’ultimo atto di Coppa Italia è stato in grado di superare anche quest’anno le 50 gare stagionali (52 per la precisione) con tutte le sue pecche ma anche con quei punti di forza che l’allenatore ha saputo sviluppare. Su Italiano d’altronde è già stato detto e scritto molto, e molto deve ancora esser scritto in merito al suo futuro lontano da Firenze, ma chi pensa che un altro tecnico con questa rosa avrebbe fatto identico cammino, se non migliore, non sembra tenere troppo di conto quanto poco questa rosa sia uscita rinforzata dai recenti mercati, e come i suoi piazzamenti in campionato (percorso ben diverso dalle coppe) rispecchino il valore complessivo di un gruppo che ambisce legittimamente a vincere un trofeo da dedicare a Joe Barone. Ma che oltre la corsa a un piazzamento in zona Conference non è riuscito ad andare.

Commisso e parole che non toccano il lato sportivo - Anche di questo c’è da augurarsi possa prossimamente parlare Rocco Commisso, magari quando la stagione sarà terminata, visto che nell’ultimo intervento (l’ennesimo senza contraddittorio) il presidente si è limitato a celebrare - come da prassi - il lavoro del suo staff salvo rimandare all'estate eventuali cenni ai progetti sportivi futuri, e adombrare di nuovo ulteriori dubbi sul percorso relativo al restyling dello stadio. Se come più volte ribadito la questione Franchi non riguarda più il club, tirare in ballo ancora oggi i fondi mancanti può suonare inevitabile per chi si è sentito tirato in ballo dall’ultimo intervento del Sindaco (che a Lady Radio ha ipotizzato di dividere i costi dei lavori col club viola) ma difficilmente rasserenerà i più scettici in vista di una ricostruzione sportiva generale come quella in arrivo. In più le preoccupazioni sulle perdite preventivate già dal prossimo anno (col rischio diventino potenziali ostacoli agli investimenti sulla squadra al pari delle altre incertezze denunciate nell’intervento di ieri) non sembrano voler considerare quanto, al contrario, sarà possibile ricavare con uno stadio più in linea con i tempi e in grado di offrire maggiori introiti. Senza contare che a giudicare dai risultati raggiunti dal Napoli l’anno scorso, o da Atalanta e Bologna, non sempre i problemi legati allo stadio, anche quando limitato da lavori in corso, hanno impedito di portare a casa uno scudetto, una semifinale di Europa League o la rincorsa a un piazzamento in Champions League con annessi e connessi. Segno che strutture a parte in un calcio contraddistinto da divari economici sempre più evidenti programmazione e competenza possono ancora fare una sostanziale differenza.


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