COME SI CAMBIA
Come si cambia...per non morire, diceva una canzone italiana della metà degli anni '80. E lo sa bene la Fiorentina, la cui fine del ciclo sportivo è stata a lungo troppo procrastinata. Tanto più nel secondo anno di gestione Sousa in cui determinate scelte sono state - gioco forza - rimandate a fine stagione. Ed è cambiata eccome la Fiorentina, soprattutto in estate nel corso del mercato di Corvino.
Una squadra diversa, quella oggi allenata da Pioli, con altre caratteristiche, modalità diverse e dinamiche di gioco lontane dal passato. Probabilmente meno spettacolare ma più affidabile, forse meno votata a un gioco di puro attacco e più concentrata sulla fase difensiva messa in mostra a Torino contro la Juve. Se vogliamo, contando l'età media e l'ampia gioventù in rosa, una spavalda provinciale. In fin dei conti meno garantista di calcio spumeggiante ma, questo è l'augurio, possibilmente più efficace.
Un ruolo tutto ancora da costruire e strutturare, tanto più in base ai risultati che la squadra collezionerà nei prossimi mesi. Anche e soprattutto per riprendere quella posizione di privilegio che la Fiorentina si era ritagliata con il gioco entusiasmante di Montella prima, e del primissimo Paulo Sousa poi. Ancor di più al cospetto di un'Atalanta che proprio di quella squadra viola sembra aver preso posto e nomea.
Perchè la squadra di Gasperini, sin dalla passata stagione, ha saputo abbinare lo stupore dei risultati in fila a una qualificazione in Europa di grande valore, passando per conferme importanti come quella del Papu Gomez o da arrivi preziosi come quello dell'ex Ilicic. Anche per questo motivo la gara di domani sera non è da sbagliare, perchè per tornare là dove la Fiorentina si era abituata a stare è necessario riguadagnare terreno su chi, come i bergamaschi, hanno effettuato un netto sorpasso. E soprattutto indossare ancora meglio i nuovi panni di cui questa viola si veste rispetto agli ultimi 2/3 anni.