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SOUSA-STAMPA, OCCASIONE PERSA

di Luciana Magistrato
per Firenzeviola.it

Con il Pescara è solo una passerella di congedo, dalla serie A per il Pescara di Zeman, da Firenze per molti giocatori viola e per il tecnico Paulo Sousa. Un Sousa che, nonostante l'addio annunciato, preferisce però parlare della gara -ma cosa chiedere su una partita che non sposta nessun equilibrio e sulla quale non dà neanche la formazione? - che di qualsiasi altro argomento d'attualità. Non si intenerisce neanche a ripensare ai momenti belli, quando a gennaio 2016 disegnava cuori verso il pubblico facendo sognare epiloghi di sicuro migliori, non risponde neanche se sogna applausi e se lui saluterà in qualche modo il pubblico. Più per far dispetto alla stampa che a Firenze, ben inteso. Un rapporto, quello con i giornalisti, nato sotto i migliori auspici, visto il riconoscimento al portoghese di una grinta e idee innovative e che davano risultati positivi, cementato da una partita al Franchi nel 2015. Poi le crepe, le prime critiche al tecnico visto l'andamento da retrocessione tenuto dalla squadra in tutto il 2016.

E se nel mercato di quel gennaio tutti i giornalisti, nessuno escluso, avevano sottolineato l'errore della società a non sostenerlo in quella splendida cavalcata, in seguito i più attenti non potevano esimersi dal sottolineare qualche errore anche del portoghese, nelle formazioni e negli approcci in particolare modo con le squadre di minor valore. I dubbi sono andati di pari passo con i risultati. Ma la crepa vera con la stampa l'hanno segnata le presunte cene di Sousa con dirigenti di altre squadre, Zenit e Dortmund. Al portoghese è andata anche bene, visto che a Prandelli  il contatto con la Juve, vero o presunto, era costato il posto. Ma Sousa non ha mai gradito che di quelle cene, da lui smentite come da allora ha smentito qualsiasi fatto anche evidente, se ne fosse parlato su siti e giornali (indipendentemente dall'esserci state o meno) ed ancora meno è piaciuta qualche indiscrezione sui suoi metodi di lavoro e sul suo staff, tanto da arrivare a chiedere di far fuori qualcuno dalla sala stampa.

C'è da riconoscere che quest'anno la mania di comandare le conferenze stampa non ha lasciato esente altri allenator, vedi Spalletti (che almeno le situazioni le ha prese di petto o con aneddoti stile "galline del Cioni") e Gasperini (che per non vedere un giornalista non gradito ha preferito annullare la conferenza stampa). Tornando a Sousa, è un peccato che abbia trovato più nemici che alleati in sala stampa ma basta ricordare che i giornalisti di Basilea, venuti lo scorso anno a Firenze per l'Europa League, non avessero proprio un buon ricordo e rapporto con lui, anche se in Svizzera aveva vinto lo scudetto.

Con l'augurio al tecnico che possa trovare la dimensione cercata (con il sogno Champions nel cassetto) in altre società, l'auspicio e il consiglio sono quelli di cercare un miglior dialogo anche con la stampa, nolente o volente parte integrante del calcio, perché non è non rispondendo alle domande (anche quelle più innocue o a suo favore) o facendo rispondere l'addetto stampa stile badante o peggio ancora censore che si costruisce un rapporto. Soprattutto se al seguito e in ogni conferenza hai un collaboratore ad hoc per la comunicazione come Sem Moioli. L'auspicio è soprattutto per noi giornalisti viola di trovare, nella prossima stagione, un tecnico leale e rispettoso del lavoro altrui anche in sala stampa, indipendentemente dai risultati. Peccato per oggi, insomma, un 'ultima occasione persa per tutti.


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