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Quanto vale ora Salah? I cambi rossoneri e i dream team in Nazionale

di Luca Marchetti
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© foto di Federico De Luca

Tutti ora a dire perché la Roma ha venduto Salah. Anzi perché l’ha venduto a così poco. Qualcuno aggiungendo, malignamente, che allo stesso prezzo la Roma ha praticamente preso Schick. Prima risposta: è il mercato, bellezza. La seconda l’ha data Monchi in giornata: “se fosse dipeso da me non avremmo mai venduto Salah, ma avevamo esigenze di bilancio e di FFP”. La terza è che Salah così non aveva mai giocato (Schick neanche...) e la quarta l’età...
Quindi tutto giusto? È evidente che con i prezzi dell’estate, quindi dopo la cessione di Salah, l’affare l’ha fatto il Liverpool. Neymar 222, Coutinho 160, Dembele 180... ma appunto sono tutti post Neymar... con i soldi del cartellino del brasiliano ormai in circolo. Con i prezzi di prima nessuno aveva storto la bocca. Forse era medio basso, ma non scandalosamente basso. Salah aveva dimostrato di essere un grande giocatore, ma sinceramente l’exploit di quest’anno non era facilmente pronosticabile. In questo momento Salah è ai livelli di Cristiano Ronaldo e Messi: devastante e decisivo. Se dovesse vincere la Champions e confermarsi anche ai Mondiali (è stato lui a trascinare l’Egitto fino in Russia) non sarebbe certo scandaloso il Pallone d’Oro. E già che se ne parli è un successo strepitoso. Avreste mai detto questo ad inizio stagione? Ecco spiegato quello che abbiamo provato a scrivere. Nessuno poteva immaginare una stagione del genere. Come ci si aspettava molto di più da Schick. E andrebbe spiegato anche che tecnicamente non è stato prendere 50 milioni da Salah, spenderne 42 per Schick.

La formula del trasferimento fa la differenza: di sicuro nelle casse della Roma perché Schick si è trasferito a Roma in prestito con obbligo di riscatto per il 50% del cartellino. L’altra metà verrà pagata (al prezzo fissato) fra due anni se nessuno dovesse comprarlo in questo arco temporale. Sembrano tecnicismi, forse lo sono, ma alla fine incidono. Intanto incidono sul prezzo (vi ricordate che Schick aveva una clausola, quindi un prezzo...) visto che io che vendo ti do la possibilità di pagarmi con delle rate. E incidono anche sul bilancio visto che incasso tutto, ma spendo con calma. Certo è che l’investimento alla fine è molto importante e quindi Schick prima o poi dovrà “esplodere”, ma in realtà c’è (ancora) tempo.
Il tempo, invece, probabilmente è quello che manca in casa Milan. In una situazione societaria “normale” molti dei dubbi che si stanno sollevando ora non ci sarebbero. Il vero interrogativo in casa rossonera è se Li riuscirà a rifondere Elliot. In questo caso tutte le nubi sulla testa (e sul futuro) dei dirigenti rossoneri si diraderebbero. In caso contrario verrebbe quasi scontato dire: cambio al vertice, cambiano anche i dirigenti. Non è da ora che Elliot si sta preparando al piano B (e anche al C, visto che non ha intenzione di gestire la società se non in un periodo di transizione, obbligata) e i nomi che girano sono tutti di eccellenti professionisti. Ma ribadiamo che la nostra sensazione sia che non dipenda tanto da valutazioni tecniche, ma economiche...
L’ultimo pensiero lo vorrei investire sulla Nazionale. Il lavoro di Costacurta e Fabbricini è minuzioso. Il club Italia nella testa dei due dirigenti federali è da dream team. Maldini, magari Buffon (dopo aver parlato anche con Totti) e Ancelotti allenatore con Pirlo vice. Le idee sono eccellenti, il problema sono le risorse economiche che non gratificano appieno nessuno di quelli citati. Sarebbe, per tutti, un voler mettersi in gioco per risollevare la Nazionale. E sarebbe un impegno nobile: per il quale forse può convenire anche guadagnare meno...

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Lunedì 31 Dicembre 2018
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