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Pirlo, l'esame e la fine di Coverciano. Conte, non hai più scuse. La confusione di Gravina e Spadafora. La coerenza di Sibilia. Buon anno

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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Una premessa è obbligatoria. Nulla contro Andrea Pirlo, nulla contro l'allenatore che rappresenta la squadra più titolata d'Italia, ma ce l'abbiamo solo con il classico sistema italiano. Pirlo, ieri sera, ha debuttato in serie A. Certamente non è da tutti fare l'allenatore per la prima volta in carriera e iniziare in serie A e con la Juventus. Sicuramente ha seminato bene fuori dal campo e si è regalato una opportunità che suoi colleghi sognano lavorando una vita e che mai arriveranno a questo traguardo. Un pensiero, però, sull'esame di Pirlo a Coverciano va approfondito. Uliveri e l'Associazione italiana allenatori erano nelle vesti dei professori che tutti avremmo voluto all'Università o alla maturità. Ci mancava che chiedessero una foto ricordo a Pirlo ed eravamo al completo. Non è detto che al termine dell'esame non ci sia stato uno scatto ricordo. Coverciano è da sempre stato un tempio sacro per allenatori, giovani e vecchi, che sognano di fare gli allenatori come professione. Non tutti sanno come funziona ma i corsi a Coverciano sono costosi, è un percorso ad ostacoli e per diventare allenatore bisogna studiare molto, acquisire punti e spendere tanti tanti soldi. In questo caso non esiste la meritocrazia. Pirlo ha bruciato tutte le tappe per essere in regola alla prima di campionato con la Juventus. Coverciano non deve fare regali né sconti a nessuno. Al massimo cambiamo le regole e specifichiamo che i top player o i campioni del mondo hanno diritto ad un percorso diverso. Importante è sapere che ci sono regole diverse e ne prendiamo atto. Perché molti giovani allenatori sono ancora in fila per ottenere quello che altri conquistano in poco tempo. Ribadiamo: nulla contro Pirlo ma a Coverciano c'è bisogno di regole chiare e precise.
Il campionato è iniziato e il mercato non è finito. Per alcuni club suonano i primi campanelli di allarme ma nel frattempo c'è ci si posiziona di diritto in prima fila nella corsa allo scudetto. L'Inter non si può nascondere perché Marotta sta facendo di tutto per regalare a Conte una squadra pronta per vincere tutto, almeno lo scudetto. Oggi con l'ufficialità di Vidal, sicuramente, l'introduzione non scavalca la Juventus ma sicuramente non possiamo più dire che la Juve parta con i favori del pronostico. Inter e Juventus sono sullo stesso piano con Conte che deve rappresentare il valore aggiunto rispetto all'esordiente Pirlo.

I nerazzurri fanno paura e con una mentalità diversa potrebbero fare bene anche in Europa, a patto che Conte faccia la Champions con un modulo e un atteggiamento diversi. Perché il suo 3-5-2, soprattutto a livello europeo, è fratello di un 5-3-2 che non è mai risultato vincente contro le grandi. Non lo diciamo noi ma la storia.
L'ultima barzelletta del calcio italiano l'avrete letta tutti. Mille persone in uno stadio da ottantamila posti solo per fare regali ad altri sport cari ai potenti. Il calcio viene, per l'ennesima volta, preso a schiaffi da questo Governo e Gabriele Gravina consente di prendere pugni sotto la cintura. Ci vuole qualcuno che tuteli il sistema calcio, ciò che non avviene da tempo. Lotito è antipatico, Lotito è arrogante ma molte volte, non sempre, è l'unico che prova a fare sistema per il bene di tutti. Alcune sue battaglie sono sbagliate (ad esempio quella contro i fondi in Lega sui diritti tv) ma prova a fare il bene dei club. Lotito, spesso, si sostituisce al Presidente federale, perché siamo fragili in Via Allegri. Per Gravina è arrivato il momento di fare meno politica e più fatti. Bisogna lavorare meno per la prossima candidatura e bisogna spendere più tempo per far riaprire gli stadi contro un Governo che ha messo il calcio in coda a tutti gli sport. Giovanni Malagò non lo dice ma è per un cambio radicale nel calcio italiano. Questo Governo del pallone si è dimenticato troppe volte dei dilettanti e molte partite sono state perse. In LND Cosimo Sibilia ha portato avanti tutte le sue battaglie ridando dignità ad una categoria maltrattata per troppi anni. Ha vinto battaglie anche impopolari come quella delle retrocesse in Eccellenza post Covid ma ha tenuto sempre la stessa linea e chi vi scrive dovrebbe essere arrabbiato per ragioni personali e per un sogno non portato a termine. Ma ci vuole intelligenza per capire che il bene del sistema deve sempre venire prima del bene personale. Sibilia sta portando avanti, con la brillante collaborazione dell'Avvocato Luigi Barbiero, una battaglia intelligente che sta ridando lustro e dignità a tutto il calcio dilettantistico. La stessa deve avvenire per il calcio professionistico se vogliamo tornare ad essere credibili e se vogliamo tornare a vincere qualcosa in Europa dopo 10 anni e se in Italia vogliamo un campionato più equilibrato dopo 9 anni di Juve. La battaglia dei play off è riduttiva e sbrigativa. I problemi non si risolvono con una proposta, di fatto vecchia per chi conosce il calcio di serie C dai tempi del Ragionier Macalli. Pensiamo al futuro ma con proposte innovative e non con ragionamenti da Prima Repubblica.

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Venerdì 19 Aprile 2024
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