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Mou ormai vive per provocare. Se Inzaghi non resta meglio Thiago Motta che Conte per l’Inter. Hanno ragione Commisso e Gasperini: è sleale il confronto tra le società sane e quelle piene di debiti. Salvate il soldato Dusan

di Luca Calamai
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© foto di Federico De Luca

Il gesto delle manette se lo poteva risparmiare. Mourinho ormai vive per provocare. Una volta gli arbitri, una volta chi fa il mercato della Roma, una volta i suoi calciatori. Siamo proprio sicuri che, a esempio, il caso Zaniolo non potesse essere gestito in maniera diversa? Con lo Special One sarebbe divertente parlare di calcio. Ma lui ormai preferisce solo duellare con nemici veri o inventati o trovare giustificazioni per sconfitte che lo chiamano direttamente in causa. Come l’ultima, con il Sassuolo. Ho la sensazione che a fine stagione Mou lascerà la Roma. Quando abbandonò l’Inter del Triplete fu una ferita per il calcio italiano perchè il tecnico portoghese ci aveva arricchito. Ora possiamo fare a meno di chi racconta un calcio fatto solo di cattivi pensieri.

C’è un altro tecnico in bilico ed è Inzaghi. Simone è un gestore più che un costruttore. Funziona quando il gruppo è solido e ha leader tecnici e caratteriali. Ma quando come nel caso dell’Inter di oggi un allenatore deve metterci del suo e inventarsi qualcosa di nuovo e di coraggioso allora lui non lascia il segno. Non è un caso che abbia vinto alcune Coppe e non gli scudetti. Perché nelle gare secche devi portare la squadra al momento giusto nelle condizioni psicologiche migliori poi ci pensano i singoli. Il campionato invece è un Giro d’Italia dove ogni giorno devi avere un’idea nuova alla quale lavorare. Chi potrebbe sostituirlo? A me piacerebbe più Thiago Motta che il ritorno di Antonio Conto.
Thiago è da Inter. Anzi, è anche da Psg per questo. E’ uno che studia, che ha curiosità, che non ha paura di rischiare. E ha la personalità per reggere un mondo complicato (ma che lui conosce bene) come quello nerazzurro. Conte se torna in Italia avrà la pretesa di voler vincere subito per riscattare le ultime delusioni. Ma l’Inter non può perdere di vista il bilancio. Dovrà anche fare qualche scommessa. Con tutti i rischi che comporta.

La Juve vince comincia a vedere anche con la penalizzazione il quarto posto. Ma Vlahovic non segna più. Dove è finito il talento che sembrava la risposta più seria al fenomeno Haaland? Il serbo ha scelto la Juve più di un anno fa. Voleva vincere in Italia e in Europa. Sognava il Pallone d’Oro. Invece ora è intristito dentro un progetto calcistico che non esalta le sue qualità. Verrebbe da dire: salvate il soldato Dusan. La Juve non è la sua squadra
Vorrei chiudere con il grido di dolore di Gasperini: “Siamo costretti a competere con squadre con miliardi di debiti, noi virtuosi con milioni di utili”. Più o meno il concetto ribadito a più riprese dal presidente della Fiorentina Commisso. Il calci fatto di bilanci sani, di cessioni sofferte per restare sempre nei parametri giusti e di tante idee per restare ai vertici è stanco di misurarsi con chi utilizza facili dribbling per continuare a vincere. Servono regole vere e sanzioni adeguate. Chi opera in maniera corretta deve essere premiato. Basta scorciatoie.

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Domenica 5 Maggio 2024
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