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Milan, se ci sei batti un colpo. Muriel, tocco di classe del "Corvo". Inter, sveglia su Barella. Nella "Gabbia" dorata della Premier

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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La situazione del Milan rischia di diventare, seriamente, pericolosa. Dopo i complimenti che abbiamo fatto a Leonardo per come ha difeso Gattuso, pubblicamente, prima della gara con la Spal oggi dovremmo fare alcune riflessioni di mercato. Perché, appunto, il mercato è una cosa seria. Fino ad oggi la mossa di Scaroni non è stata vincente. Leonardo e Maldini è stata, fin qui, una scelta sbagliata. Un passo indietro. L'estate. Tutti i colpi di Leonardo non hanno funzionato. Molti di questi dopo pochi mesi, ovvero oggi, già vogliono andare via. Chi non gioca, chi ha fallito o chi come Higuain è stato pagato troppo e non ha reso neanche il 60% della spesa. In molti avevano dato del fenomeno a Leonardo e del pirla a Paratici, nell'operazione Bonucci-Caldara-Higuain. Ma come si fa? Di nuovo Bonucci il traditore? Poi, per chi, per cedere Caldara che è il futuro. Il vero problema è che Paratici dovrebbe essere fermato per rapina a mano armata. Ha fatto un capolavoro tecnico ed economico. La Juventus ha pensato, da sempre, che Caldara non fosse il fenomeno che in molti raccontano, inoltre aveva delle fragilità fisiche e Higuain con Ronaldo non poteva più restare. Paratici si è scaricato l'ingaggio di Gonzalo, ha fatto credere di essere alleato del nuovo Milan e Leonardo ci è caduto con tutte le scarpe. Gli altri acquisti non ne parliamo neanche. Bisognava rifarsi a gennaio ma da Ibra a Muriel, da Baselli a Fabregas è stato tutto un buco nell'acqua. Il Milan sta facendo troppa fatica e non si possono addossare le colpe solo al fair play finanziario. In questo mercato servivano più le idee dei soldi. Per fortuna di Leonardo e Maldini il mercato chiuderà il 31 gennaio. C'è ancora tempo ma comprare tanto per comprare non serve ad una squadra che necessita di rinforzi e anche di piazzare qualche esubero; in vista della corsa al quarto posto. La ciliegina è stata la corsa a Muriel, peccato che il Milan sia partito quando Corvino aveva già le braccia al cielo ad un metro dal traguardo. A proposito di Muriel, Pantaleo ha fatto un grande acquisto. E' vero che parliamo di un eterno incompiuto, questo è Luis, ma se si sblocca e se indovina la stagione nella piazza giusta potrà risultare davvero devastante a campo aperto. Firenze è la piazza ideale per Muriel. Non è Milano, neanche Roma o Napoli ma non è neanche Udine. Firenze è calda e ti "opprime" il giusto. Muriel ha bisogno di sentirsi calciatore vero ma, allo stesso tempo, deve essere messo nelle condizioni di fare stadio-casa, casa-stadio. Non può giocare con Simeone? Forse i due non possono coesistere. Non tanto perché si calpestano i piedi ma perché farli giocare insieme significherebbe inventarsi un ruolo per Chiesa.

Ai tempi di Udine, Muriel veniva considerato il nuovo Sanchez. Entrava e segnava. Una stagione fece 11 gol in 22 giornate. Guidolin non lo gestì benissimo e lui pensava a troppe cose prima del calcio. Poi, con la nascita della bambina, è maturato ma è rimasto un aspirante fenomeno. Tra lui e Cuadrado tutti preferivano Muriel ma uno, Cuadrado, oltre le gambe aveva anche la testa, invece, Luis spesso la testa la lasciava al mattino sul comodino e affrontava la giornata con i piedi.
Attenzione all'asta su Barella. L'Inter non deve giocare con il fuoco. Certamente si è mossa prima e meglio ma il mercato è strano. Ausilio si sente forte della parola data da Beltrami, agente del calciatore e lo stesso di Nainggolan, ma quando hai un affare per le mani meglio sbrigarsi. Barella va chiuso oggi e portato, a Milano, a giugno. Il Chelsea vorrebbe fare la spesa in Italia ma, anche in estate, ha dimostrato che tra il dire e il fare c'è ancora di mezzo un oceano. A Londra hanno i soldi e Sarri ha potere ma prima di chiudere bisogna fare sempre i conti con il grande capo. Ad oggi c'è da dire che Barella non ha ancora espresso il suo reale valore e, forse, 50 milioni cash subito sono tanti. Potrà valerne anche di più ma il reale valore sarà dimostrato nel passaggio in una big.
Infine una riflessione sui calciatori che giocano all'Estero e che vorrebbero tornare in Italia. E' il caso di Gabbiadini. Il primo giorno che andò in Premier scrivemmo che la gestione del suo agente, Silvio Pagliari, non fu impeccabile. Gabbiadini era in rampa di lancio e quel trasferimento era più una bocciatura che una promozione. La risposta sarà sempre la stessa: ma come l'ho portato a guadagnare tanti soldi, gioca nel campionato più bello del Mondo e forse ti aggiungono anche che vive in una bella casa con vista sul mare di Londra... ops, il mare? Ah no. Era la casa di Napoli, quella. La verità è che bisogna pensare ai soldi, certo, ma quando la differenza è tra tanti e tantissimi è giusto pensare, per un giovane, alla carriera. Pagliari oggi vorrebbe riportare in Italia Gabbiadini ma la sua gestione è stata superficiale. D'altronde molti calciatori, da Quagliarella in giù, negli anni li ha persi. Dalla separazione da Antonelli e Caravello non ne è mai uscito veramente bene e la sua grande fortuna e bravura è stata quella di portare Michelangelo Minieri nella sua scuderia. Grazie all'esplosione di Minieri, Pagliari, ha prolungato la sua carriera con qualche colpo interessante ma quando l'allievo supera il maestro c'è sempre un problema per il maestro. O si avvicina la pensione oppure presto perderà la cattedra. L'alternativa potrebbe sempre essere quella di tornare al suo lavoro d'origine: il Direttore Sportivo. Carriera iniziata nel 2004 e finita... nel 2005.

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