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Messi disoccupato: il calcio scoppia. E Ronaldo potrebbe rimanere. Juve, 400 milioni per ripartire. Locatelli, c’è l’Arsenal. Ma lui vuole i bianconeri. Inter, vendere Hakimi non basta. Attenti a Lautaro. Bellerin, ore decisive

di Enzo Bucchioni
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© foto di Federico De Luca

Leo Messi forse il giocatore più forte della storia del calcio (riapriamo il dibattito?) è ufficialmente disoccupato. E’ chiaro che il sussidio non gli spetti e non avrà neppure il reddito di cittadinanza, però il solo pensare che un giocatore così, di questo livello, possa rimanere senza contratto anche un secondo, fa decisamente paura.

E’ la prova che nel calcio non ci sono più soldi, che il sistema sta per scoppiare travolto dagli eccessi e dai debiti che c’erano prima della pandemia e si sono ingigantiti dopo, al punto da minacciare l’intera struttura.

Se una cosa del genere fosse successa soltanto due anni fa, davanti alla porta di Messi senza contratto ci sarebbe la coda.

Anzi, probabilmente non sarebbe rimasto neppure un attimo senza squadra e invece anche il Barcellona deve fare profonde riflessioni e più di tanto non offrirà.

E’ chiaro che Messi (salvo terremoti) resterà a giocare nel Barcellona, questa è la sua idea. E’ altrettanto chiaro che il Barca lo vuole, ma il nuovo contratto dovrà tenere conto della mutata realtà del calcio e del mondo.

Agnelli ha detto ieri che molte società rischiano il fallimento (sarebbero circa 120 professionistiche in Europa) e questa è un’altra fotografia drammatica. Naturalmente Fifa e Uefa stanno a guardare, gli interventi e le riforme invocate da anni sono di là da venire mentre il Titanic-pallone affonda.

Anche la Juve, a proposito di Agnelli, sta passando i suoi guai. I bilanci sono in rosso, ma in questo caso c’è una proprietà forte, la stessa da più di cent’anni, che ha solidità economica ed ha deciso di intervenire con un pesante aumento i capitale. Nel giro di pochi mesi saranno immessi nelle casse bianconere quattrocento milioni di euro per ripianare i debiti e tenere la società sopra la linea operativa, farla lavorare con serenità e programmare il futuro. Non tutti possono permetterselo e in Italia stiamo osservando preoccupati cosa sta accadendo all’Inter che la proprietà forte l’aveva e adesso non l’ha più travolta dalla crisi economica nella casa madre Suning. Ma anche altre cinque società hanno chiesto dilazioni nel pagamento degli stipendi e questo la dice lunghissima.

Comunque, tornando alla Juve, la forza economica diventa anche una grande iniezione di fiducia. E’ chiaro che i 400 milioni non potranno essere spesi per prendere Messi (è un esempio) e neppure per rafforzare la squadra, ma costituiscono la solidità sulla quale si può lavorare meglio.

Ho detto Messi, ma il problema della Juve è simile e si chiama Ronaldo. Se fosse in scadenza probabilmente sarebbe disoccupato anche lui. Certi costi sono un fardello pesantissimo e anche se Agnelli ha detto sempre ieri che l’investimento è stato coperto, se Ronaldo decidesse di andar via siamo sicuri che a Torino brinderebbero. Con tutto il rispetto per il giocatore, non è un problema tecnico. E invece anche per il portoghese è tutto bloccato. Il Manchester si sta tirando o s’è già tirato indietro. Il Psg resta alla finestra per il discorso mondiali in Qatar, ma non ci sono certezze. Cherubini ha detto che Ronaldo sarà in ritiro con la Juve e questo è ovvio, visto che ha ancora un anno di contratto.

Il futuro lo deciderà lui e a questo punto potrebbe davvero rimanere se il suo procuratore Mendes non riuscirà a trovare una situazione tecnica gradita e un accordo economico accettabile. Ronaldo padrone del suo destino, ma questo si sapeva.

Se dovesse rimanere non sappiamo come la prenderà Allegri e soprattutto potrebbe diventare un problema rinnovare con Dybala che con Ronaldo davanti non potrebbe prendere il ruolo che aspetta da sempre: giocatore di riferimento della Juventus.

Su questi due maxi-temi ruota il mercato della Juventus e il lavoro dei nuovi arrivati Maurizio Arrivabene nel ruolo di amministratore delegato e Cherubini che sale nel ruolo di responsabile unico dell’area tecnica bianconera.

La Juve potrebbe anche restare così, ha detto Cherubini. Ma sono frasi di circostanza. Non si farà un mercato faraonico, Allegri è stato chiamato anche per valorizzare tutte le risorse in rosa, ma i difetti mostrati gli anni scorsi?

Sul centrocampo si interverrà. Locatelli è la trattativa più avviata, si discute attorno a 40 milioni rateizzati modello Chiesa più contropartite tecniche (Dragusin e Fagioli). Il giocatore ha dato il suo ok al bianconero, ma vi abbiamo già detto di Ancelotti e del Real. Non basta. Ora è arrivata al Sassuolo la prima vera offerta formalizzata nero su bianco da parte dell’Arsenal: quaranta milioni cash. Offerta importante e al Sassuolo tremano le gambe. Ma non ci saranno fughe in avanti, il rapporto con la Juve è saldo. Anche Pjanic è nel mirino, ma non c’è solo la Juve. Nella lista di Allegri c’erano anche altri giocatori compreso Milinkovic Savic da scambiare con Arthur, ma se Ronaldo non decide di salutare, il monte ingaggi non potrà essere aumentato. Al massimo si farà un difensore centrale al posto di Demiral e potrebbe restare anche Rugani. Per Chiellini scaduto ieri, si tratta l’ultimo contratto da un anno.

L’Inter invece ha chiuso la cessione di Hakimi al Psg e Marotta ha candidamente confessato che trattasi di boccata d’ossigeno. Boccata appunto. Sapete che, purtroppo, l’Inter ha acceso un prestito che dovrà restituire a botte da 100 milioni l’anno mentre la società non è in grado di immettere liquidità. Se i conti non dovessero tornare si dovrà vendere ancora e prima o poi Lautaro finirà nel mirino. Dispiace, ma potrebbe essere inevitabile. Marotta cercherà di rinnovare il contratto per legarlo di più anche in prospettiva cessione, per avere più forza, ma nessuno mette la mano sul fuoco. Intanto per sostituire Eriksen, in attesa di capire, è arrivato Calhanoglu e per sostituire Hakimi si tratta il prestito, ma solo il prestito con diritto, di Bellerin dell’Arsenal che vuole rilanciarsi dopo l’infortunio. Niente portiere da comprare subito, ma Onana dell’Ajax che Marotta prenderà a parametro l’anno prossimo. Equilibrismi economici.

Anche il Milan e il suo fondo sono attentissimi ai conti e non ammettono eccessi. Via Donnarumma (c’era poco da fare), via Calhanoglu per la differenza di un milione e questo è un segnale forte. Anche per il rinnovo di Kessie il tetto dei quattro milioni potrebbe non bastare, le difficoltà ci sono, il giocatore ne vuole almeno sei, ma in questo caso il fondo Elliott deve derogare e Gazidis non può non chiudere questo accordo. I conti vanno guardati, ma uno come Kessie è fondamentale dal punto di vista tecnico e la crescita del Milan, anche in Champions, alla lunga diventa un valore economico. Sarà difficile, ma il Milan non mollerà Kessie come ha fatto con gli altri. Si accettano scommesse…

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