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Mancini salvato da un mese eroico e dalla stampa. Inter, Bastoni non sotto i 60 ma servono Bremer e Dybala. Sabatini, ci risiamo. Iervolino, una mossa da vero Presidente

di Michele Criscitiello
Direttore di Sportitalia e Tuttomercatoweb
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La fortuna di Mancini è la stampa. La vittoria di Mancini è quel mese magico che ci ha riportato in strada grazie ad un Europeo vinto con orgoglio e caparbietà. Però, signori, ci dobbiamo mettere d'accordo. E dobbiamo chiedere a Mancini una certa coerenza. Inutile spostare l'attenzione ora sui club che non fanno giocare gli italiani e non puntano sui giovani. Innanzitutto è un problema di mezza Europa. In Sudamerica, Argentina e Brasile, hanno fatto la storia con calciatori in giro per il Mondo lontano dal proprio Paese. Un anno fa, i nostri club, utilizzavano gli italiani e i giovani come fanno adesso. Non è cambiato nulla. Prima, però, andava tutto bene perché vincevamo l'Europeo, adesso Mancini per salvare la faccia (e non solo) sposta l'attenzione sui club. Si dimetta se questo sistema non gli va bene. Si doveva dimettere a Palermo, senza neanche salire sull'aereo. Perché un CT che non ti porta al Mondiale e siede sulla panchina dell'Italia, in automatico merita di non andare avanti. La Nazionale non è un club. Il Presidente della FIGC non rappresenta la sua società ma un movimento. I club fanno quello che vogliono e vengono giudicati dai propri tifosi, la Nazionale è diverso. Senza i Mondiali ne paga il Paese, il PIL, i ricavi... tutto. Per questo Gravina e Mancini, a Palermo, dovevano solo annunciare le dimissioni. La Nazionale è del Popolo e come la politica, se fallisci non puoi rappresentare più il Paese. Mancini dopo il trionfo di Londra non ha capito più niente nella gestione del gruppo. Prima una accozzaglia di convocati. Ogni raduno 100 convocati diversi. Ha fatto diventare italiani, per un giorno, anche calciatori che non conoscono l'inno di Mameli, è andato avanti col gruppo dell'Europeo ignorando che i giovani li ha e anche forti. Se non fa giocare Scamacca, Tonali e Pellegrini la colpa è solo sua e non delle società. Con l'Argentina l'umiliazione più grande. Non per il risultato ma per la prestazione e la prova di debolezza. Quell'Italia non può scendere in campo in condizioni pietose.
Andiamo sul mercato: l'Inter è alle solite. Marotta deve fare da Presidente più che da amministratore. Bastoni è in vendita? Si, no, forse. Tullio Tinti, l'altra sera a Sportitalia, è stato molto chiaro: "Ha la maglia dell'Inter sulla pelle ma nel calcio di oggi bisogna sapersi adeguare". Porte aperte alla cessione. E' giusto che l'Inter ceda Bastoni? In una società solida no ma sappiamo che l'Inter non è solida con Suning e Marotta non può fare altro che autogestione. Vendere Bastoni sotto i 60 milioni di euro non avrebbe alcun senso ma l'Inter è convinta di poter fare una cassa importante e oggi, il difensore, è l'unico che potrebbe scatenare un'asta. Tinti nel week end era a Ibiza. Chiacchiere di mercato in vista di una settimana caldissima. Bremer è l'uomo giusto per la difesa di Inzaghi, consapevoli che non potrà fare il braccetto ma solo il centrale difensivo. Dybala è ottimista e lo è anche l'Inter. Si vogliono a vicenda. Comporre la coppia Lautaro-Dybala potrebbe rappresentare il top di gamma per una squadra che deve fare il mercato con competenza e fantasia.
E' stata anche la settimana della Salernitana, dove non ci aspettavamo un Presidente Iervolino in versione Leone della foresta.

Sorriso da brava persona, abito che non fa il monaco ma se mi fate arrabbiare divento più bestia di mille cialtroni che si trovano nel calcio di oggi. Scelta impopolare di Iervolino. Far fuori Sabatini che, due minuti prima, a Salerno veniva visto come Delio Rossi ai tempi d'oro significa avere personalità ma anche saper fare l'imprenditore prima che il Presidente. Iervolino è impazzito? No. Iervolino ha fatto fuori Sabatini perché non capisce di calcio? Certo che no. La verità non la sapremo mai ma certamente un Presidente che prende una decisione così, in poche ore, non è un fesso. I tifosi vedono solo quello che vogliono vedere. La Salernitana si è salvata e allora è stato tutto bello. Alt. Sicuramente la cavalcata che hanno fatto i granata è stata storica. Nicola ci ha abituato a questi miracoli e Davide (contro Golia) merita a mani basse la riconferma. Ma se ragioniamo a bocce ferme la gestione Sabatini non torna, in molti punti ancora oscuri. Al tifoso sì, all'imprenditore meno. Passino i 6 milioni di euro per Ederson, giocatore forte, ma qui c'è una procura importante di 600 mila euro ad un Avvocato di Perugia. 10% di commissione sul totale del cartellino. Iervolino storce il naso ma andiamo avanti perché il ragazzo ha qualità. 2,8 milioni di euro di procure solo per il mercato di riparazione. Dove è saltato il banco? Mikael, il fenomeno arrivato dal Brasile. La scoperta di Sabatini, sovrappeso di 8 chili, costato 800 mila euro in prestito e.... 2 milioni e 750 mila euro per riscatto obbligato in caso di salvezza! Follia. C'è anche Musset, pagato 400 mila euro in prestito più, anche qui, una commissione tra i 50 e i 100 mila euro. 3,5 milioni di euro come premio salvezza. Fermi. Se il premio fosse stato pattuito a gennaio, vi dico, ci sarebbe stato alla grande ma è stato pattuito a due giornate dalla fine. In quelle due giornate la Salernitana, post decisione premio, farà un punto tra Empoli e Udinese. Iervolino sborserà 7 milioni lordi per un premio, alle ultime due, dove i calciatori granata non hanno fatto nulla per salvarsi. Ha fatto tutto, da solo, il Cagliari. Il premio ci poteva stare ma sulle vittorie nelle ultime due gare e non sulla salvezza a prescindere. Poco furbo e poco aziendalista. Passi la buona fede. A Iervolino è costata più la salvezza che la società, in 5 mesi. Senza considerare una festa di giovedì sera, con 150 persone tra calciatori e parenti, prima della gara con l'Udinese all'Arechi. Anche questa mossa di Sabatini non è sembrata geniale. Il Direttore paga, però, per altro e questo altro non siamo noi a doverlo dire ma al massimo il numero uno del club. Se lo riterrà opportuno. Non abbiamo elementi da aggiungere. A Walter resta l'impresa della salvezza perché il calcio lo conosce e come professionista mai nessuno l'ha messo in discussione. Anche quando il calcio decise di espellerlo nel 2003, addirittura con la radiazione per alcuni fatti avvenuti nel 2000. Poi la Figc lo riabilitò. Ed è stato un bene perché un Direttore capace deve lavorare, meglio però se non fa arrabbiare i Presidenti che restano i veri datori di lavoro.

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